Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, torna all’attacco del governo Meloni, denunciando un progressivo smantellamento dello stato sociale italiano sotto il suo esecutivo. In un acceso confronto con i giornalisti in Transatlantico alla Camera, Schlein ha evidenziato le criticità della gestione governativa su molteplici fronti, dalla spesa pubblica alla manovra economica, fino alle pensioni e alle politiche industriali.
Stato sociale a rischio e pressione fiscale in crescita: le accuse di Schlein
Schlein ha iniziato il suo intervento sottolineando come, con tre anni di governo Meloni, siano diminuiti gli investimenti in settori fondamentali come sanità pubblica, scuola, università, ricerca, casa e politica industriale. Unica eccezione, secondo la segretaria Pd, è la spesa militare, aumentata per effetto di un accordo stipulato con gli Stati Uniti che impone di portarla al 5% del PIL. Questo incremento, ha avvertito, rischia di mettere fine allo stato sociale italiano così come lo si è conosciuto finora.
Nel medesimo arco temporale, la pressione fiscale è salita al 42,7%, il livello più alto dal 2015, mentre i prezzi degli affitti sono aumentati del 10% nell’ultimo anno. Nonostante gli annunci della premier Giorgia Meloni sulla manovra per la casa, non sono stati stanziati fondi concreti per contrastare il caro-affitti. Parallelamente, il costo delle bollette energetiche è salito del 25%, una criticità segnalata dalle imprese che denunciano una perdita di competitività rispetto ai concorrenti europei.
A pesare sulle famiglie è anche l’aumento del costo della vita, soprattutto per i beni alimentari, che secondo l’Istat sono lievitati del 25% dal 2021 al 2025. Nel contempo, il potere d’acquisto reale dei salari è diminuito di 9 punti percentuali, rendendo le spese quotidiane più difficili da sostenere.
Manovra economica e salario minimo: le proposte dell’opposizione
Schlein ha definito la manovra economica approvata dal governo come una contribuzione zero alla crescita del Paese, citando le recenti previsioni della Commissione europea che collocano l’Italia all’ultimo posto tra i Paesi europei per prospettive di sviluppo. A suo avviso, il sostegno straordinario fornito dal Next Generation EU attraverso il PNRR ha finora sostenuto la ripresa e l’occupazione, ma tale impulso rischia di interrompersi al termine del piano nel 2026 se non si individuano investimenti strutturali per il futuro.
Sul fronte delle proposte concrete, la leader dem ha rilanciato l’introduzione immediata di un salario minimo a 9 euro lordi all’ora, che rafforzi la contrattazione collettiva e fissi una soglia minima sotto la quale non si può più parlare di lavoro dignitoso. Inoltre, ha presentato un pacchetto di 16 emendamenti condivisi con la coalizione progressista, volti a bloccare l’aumento dell’età pensionabile, a sostenere le famiglie con il congedo paritario e a rilanciare la politica industriale tramite strumenti come il credito d’imposta e l’estensione dell’autorizzazione unica.
Una nota critica è stata riservata agli strumenti di transizione 5.0, giudicati poco accessibili alle piccole e medie imprese, cuore pulsante dell’economia italiana, e alla decisione del governo di aumentare la pressione fiscale senza adeguati interventi a sostegno del tessuto produttivo.
Scontro interno sulla riforma pensionistica e chiusure aziendali
Schlein ha poi commentato lo scontro emerso all’interno della maggioranza sul tema delle pensioni, definendolo “curioso” soprattutto in riferimento alla proposta della Lega di evitare l’allungamento dell’età pensionabile, una misura invece stabilita dal loro stesso governo e dal ministro Giorgetti per il 96% dei lavoratori, comprese categorie delicate come le Forze dell’ordine.
Il Pd sostiene un emendamento per bloccare l’aumento dell’età pensionabile proprio per le Forze dell’ordine, a dimostrazione della volontà di contrastare decisioni considerate penalizzanti per i lavoratori.
Ha inoltre denunciato il primo caso evidente di chiusura aziendale dovuta ai dazi e ai costi energetici: la Freudenberg di Rho, multinazionale tedesca che produce sistemi di filtraggio industriale, ha deciso di licenziare 42 dipendenti, vittime della politica commerciale americana e della mancanza di adeguate contromisure da parte del governo italiano. Schlein ha ribadito l’importanza di reintrodurre crediti d’imposta e semplificazioni amministrative per sostenere le imprese e la ripresa economica.
Le accuse di Schlein sulla legge elettorale
La leader dem ha dichiarato di non essere ancora stata informata ufficialmente da parte della maggioranza circa le modalità di un possibile cambiamento della legge elettorale, ma ha commentato le indiscrezioni emerse sui media. “L’impressione è che se vogliono affrettarsi a modificarla ora è perché hanno capito che, con la coalizione che abbiamo costruito per tutte le Regioni, con questa legge loro perdono”, ha affermato Schlein. Secondo la segretaria del Pd, questa non sarebbe una ragione valida per apportare modifiche a una legge che la stessa maggioranza ha sempre difeso come solida e vantaggiosa.
Inoltre, Schlein ha aggiunto che la maggioranza sembra ammettere implicitamente di non aver vinto grazie alla propria forza politica ma piuttosto a causa della frammentazione dell’opposizione, un problema che il centro-sinistra starebbe finalmente superando.





