Maurizio Landini, segretario della CGIL, denuncia che aumenti del 6% non bastano contro un’inflazione del 17%: “Necessario combattere la precarietà e garantire diritti e tutele ai lavoratori”
In un contesto economico sempre più difficile, il segretario della CGIL, Maurizio Landini, ha lanciato un allarme in merito alla situazione salariale in Italia. Durante un sit-in davanti alla sede della Rai, in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno, Landini ha evidenziato come i salari nel nostro Paese siano inadeguati e come la precarietà continui a rappresentare un problema serio per milioni di lavoratori.
Salari indecenti e potere d’acquisto
Secondo Landini, i salari sono “indecenti“, un giudizio che fa riferimento non solo ai valori numerici, ma anche al loro impatto diretto sul potere d’acquisto delle famiglie. Ha sottolineato che, mentre l’inflazione si attesta attorno al 17%, le proposte di aumento salariale nel settore pubblico non superano il 6%. Questo squilibrio non fa altro che incrementare la crisi del potere d’acquisto, costringendo i lavoratori a vivere in una situazione di crescente difficoltà economica.
Rinnovo dei contratti di lavoro
Landini ha poi messo in luce la questione del rinnovo dei contratti di lavoro, un tema particolarmente critico in settori come quello metalmeccanico, delle telecomunicazioni e del multiservizio. Qui, molti lavoratori si trovano ad affrontare un vero e proprio stallo, con contratti non rinnovati e diritti negati. Questo fenomeno si inserisce in un contesto di precarietà lavorativa che, secondo il leader sindacale, è alimentata anche da un sistema di appalti e subappalti che crea incertezze e insicurezze.
La lotta per i diritti dei lavoratori
Il segretario ha insistito sull’importanza di affrontare la precarietà, sostenendo che un intervento significativo sui salari debba necessariamente accompagnarsi alla cancellazione di forme di lavoro insensate. “È fondamentale garantire diritti e tutele ai lavoratori“, ha affermato Landini, sottolineando che solo attraverso un impegno serio e deciso sarà possibile migliorare le condizioni di vita e di lavoro in Italia. La lotta per salari dignitosi e per un lavoro stabile è, secondo lui, una priorità sia per i sindacati che per il governo, se si desidera realmente promuovere una società più giusta e equa.






