Bruxelles, 18 novembre 2025 – Nel corso di un evento al Parlamento Europeo dedicato alla presentazione del suo libro “Un’altra storia”, il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha espresso una posizione chiara sulla guerra in Ucraina, sottolineando la necessità di sostenere Kiev ma mettendo in guardia dai rischi di una escalation senza fine.
Landini: “Sì all’aiuto a Kiev, ma la guerra è un pericolo per tutti”
“Il popolo ucraino va difeso”, ha dichiarato Landini, ricordando che l’Ucraina è stata aggredita e deve poter affermare la propria libertà e dignità come ogni altro popolo. Tuttavia, ha aggiunto, è fondamentale “rendersi conto della situazione e del rischio che la guerra non si fermi”.
Il segretario della CGIL ha richiamato l’attenzione anche sullo scandalo emerso in Ucraina, che dimostra come la guerra sia una logica pericolosa per tutti, non solo per chi combatte direttamente. In questo contesto, ha sottolineato la necessità che l’Italia e, in parte, l’Europa, assumano un ruolo più attivo per promuovere condizioni di pace attraverso conferenze internazionali. “La guerra è tornata ad essere lo strumento normale di regolazione dei rapporti, sostituendo la politica”, ha osservato.
Crisi industriale e crescita lenta
Nel medesimo intervento a Bruxelles, Landini si è soffermato anche sulla difficile situazione economica e industriale italiana. Con un calo della produzione industriale che dura da 32 mesi consecutivi, il segretario generale della CGIL ha parlato apertamente di una “crisi industriale esplicita che molti fanno finta di non vedere”.
Ha evidenziato l’aumento della cassa integrazione e il rischio concreto di perdere interi settori strategici, dalla siderurgia all’automotive. In questo quadro, l’Italia è spesso in ritardo sul piano dell’innovazione e continua a registrare il triste primato di essere il Paese con il maggior numero di morti sul lavoro. Un sistema di impresa basato su appalti e subappalti, un lavoro nero diffuso e una evasione contributiva senza eguali aggravano ulteriormente la situazione.
Landini ha criticato duramente la manovra economica del governo, che a suo avviso “non investe pubblicamente, non affronta la crescita salariale e non tassa adeguatamente la rendita dei profitti”. Queste ragioni hanno portato la CGIL a proclamare uno sciopero generale per il 12 dicembre, spiegando che la manovra fa pagare il prezzo della crisi soprattutto ai lavoratori e ai giovani, molti dei quali scelgono di lasciare il Paese in cerca di un futuro migliore.
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