Landini sollecita interventi su salari fermi e alta pressione fiscale, chiedendo rinnovi contrattuali e misure per sostenere davvero lavoratori e pensionati italiani.
Firenze, 27 giugno 2025 – Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha rilanciato con forza la necessità di un aumento reale dei salari in Italia, sottolineando come negli ultimi anni sia cresciuto in modo significativo il livello dei profitti delle imprese, senza però un corrispondente miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori. Le sue dichiarazioni sono state rilasciate a margine di un dibattito alla Festa Fiom di Firenze, evento centrale nel panorama sindacale italiano.
Profitti in crescita e salari stagnanti
Secondo Landini, “c’è bisogno di andare verso un aumento vero dei salari”, evidenziando che si è registrato “un aumento dei profitti che non ha precedenti”. Il segretario della CGIL ha sottolineato come non solo i salari si siano ridotti, ma siano calati anche gli investimenti privati. Questo perché, ha spiegato, “la maggioranza degli utili le imprese l’hanno distribuita agli azionisti e non a chi quella ricchezza l’ha prodotta”.
Landini ha quindi messo in luce una situazione di profonda difficoltà per i lavoratori italiani, molti dei quali “non arrivano alla fine del mese”. Questo scenario è il risultato, a suo avviso, di un sistema imprenditoriale fondato su “appalto e subappalto”, che ha favorito un modello di impresa basato “non sulla qualità, non sull’innovazione, ma molto spesso sullo sfruttamento e sui bassi salari”.
Rinnovo contrattuale e pressione fiscale
In questo contesto, il segretario della CGIL ha richiamato l’urgenza di un “rinnovo dei contratti serio, che davvero difenda il potere d’acquisto”. Tuttavia, ha osservato con preoccupazione che le dinamiche attuali sembrano andare “in direzione opposta”.
Altro punto critico evidenziato da Landini riguarda la tassazione su salari e pensioni. Nel 2024, infatti, si sono registrati 17 miliardi di euro in più di entrate derivanti dall’Irpef, somma che secondo il leader sindacale dovrebbe tornare nelle tasche di “lavoratori dipendenti e pensionati”, per sostenere concretamente il loro potere d’acquisto e il benessere economico.
Chi è Maurizio Landini
Classe 1961, nato a Castelnovo ne’ Monti, Landini ha una lunga carriera sindacale alle spalle, iniziata come apprendista saldatore e proseguita con incarichi di crescente responsabilità nella FIOM, la federazione metalmeccanici della CGIL. Dal 2019 è alla guida della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, la principale organizzazione sindacale italiana con oltre 5 milioni di iscritti. Il suo impegno è noto per un forte orientamento socialista e un approccio diretto nella difesa dei diritti dei lavoratori, che lo ha reso una figura di riferimento nel dibattito sul lavoro e sulle politiche sociali in Italia.
Landini è stato protagonista di importanti vertenze sindacali e si è distinto per la critica alle politiche di precarizzazione e ai modelli produttivi che hanno penalizzato i salari, insistendo su una visione di sviluppo economico che ponga al centro la qualità del lavoro e la giustizia sociale.





