La tensione tra governo e sindacati torna ad accendersi, e lo scontro questa volta ruota attorno alla legge di Bilancio e all’assenza della premier Meloni dall’unico tavolo di confronto con le parti sociali. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha scelto i microfoni di “Un giorno da pecora” per riassumere il clima di queste settimane e per chiarire le ragioni della protesta che porterà il sindacato in piazza il 12 dicembre.
Landini sottolinea l’assenza di Meloni alla discussione sulla Manovra
Secondo Landini, l’appuntamento del 10 ottobre a Palazzo Chigi rappresentava l’unico reale momento di dialogo sulla Manovra. Al tavolo era presente il ministro Giorgetti, ma non la presidente del Consiglio né i due vicepresidenti, impegnati a Firenze nella chiusura della campagna elettorale per le Regionali. Per il leader della Cgil, quella scelta ha comunicato con nettezza una scarsa considerazione verso chi rappresenta milioni di lavoratori. L’idea, sostiene, è che l’esecutivo preferisca procedere in autonomia, senza ascoltare le richieste sindacali. Da qui la critica più dura: un comportamento che, a suo giudizio, sfiora l’arroganza istituzionale e trasmette un senso di onnipotenza politica.
Il mancato invito ad Atreju
Nel corso dell’intervista, Landini ha affrontato anche la mancata partecipazione ad Atreju, la festa annuale di Fratelli d’Italia. Ha ricordato di essere stato invitato negli anni precedenti, ma non questa volta, e ha spiegato di non comprendere cosa ci sia da celebrare in un contesto in cui mancano risposte su dossier cruciali per il Paese. Il punto, afferma, non è la festa in sé, ma il fatto che il partito di governo non convochi i sindacati sui nodi più urgenti: dall’Ilva al settore automobilistico, fino alla stessa legge di Bilancio.
Le richieste del sindacato sulla Manovra
Landini ha poi illustrato le ragioni della mobilitazione del 12 dicembre. Lo sciopero, rivendica, nasce dalla necessità di rivedere l’impianto della Manovra: aumentare i salari, ormai troppo compressi; restituire ai lavoratori e ai pensionati i 25 miliardi sottratti negli ultimi tre anni a causa del drenaggio fiscale; garantire un finanziamento adeguato alla sanità pubblica; superare la legge Fornero, giudicata obsoleta e penalizzante. Le risorse, secondo la Cgil, dovrebbero arrivare da un contributo di solidarietà rivolto a circa 500 mila persone con patrimoni superiori ai due milioni di euro.
Landini replica alle critiche sugli “scioperi del venerdì”
La premier ha criticato la scelta di scioperare in prossimità del ponte festivo, ma Landini respinge l’accusa ricordando che i lavoratori rinunciano a una giornata di stipendio per aderire alla protesta, mentre chi si concede un ponte utilizza le proprie ferie. Da un presidente del Consiglio, afferma, ci si aspetta rispetto e volontà di confronto. Sul fronte previdenziale, il leader sindacale ribadisce che la promessa di superare la Fornero è rimasta lettera morta e che il sistema, nelle condizioni attuali, rischia di diventare il più rigido d’Europa.
Il calo della produzione industriale
Landini sottolinea un dato che considera ineludibile: la produzione industriale registra un calo ininterrotto da 33 mesi. Una tendenza che, a suo avviso, dovrebbe essere al centro dell’azione politica, perché riflette un indebolimento progressivo del tessuto produttivo nazionale. Ignorarlo, sostiene, significa rimuovere uno dei segnali più evidenti della difficoltà economica del Paese.
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