Firenze, 27 agosto 2025 – La Regione Toscana ha annunciato la sua costituzione in giudizio contro l’impugnazione governativa della legge regionale sul salario minimo. Si tratta di una nuova fase di uno scontro che dura da mesi tra l’Esecutivo nazionale e la giunta guidata da Eugenio Giani, presidente della Toscana, che ha difeso con fermezza la normativa voluta e approvata nel giugno scorso.
Il ricorso contro la legge sul salario minimo
Il governo Meloni ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge toscana numero 30 del 18 giugno 2025 che introduce un salario minimo lordo orario di 9 euro inderogabile per i lavoratori impiegati negli appalti pubblici regionali. La normativa prevede inoltre un criterio premiale nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera, privilegiando le aziende che applicano questa soglia salariale minima.
La motivazione addotta dall’esecutivo è incentrata sulla tutela della concorrenza economica, richiamando l’articolo 117 della Costituzione italiana, secondo cui la competizione tra imprese non dovrebbe essere compromessa da normative che innalzano i costi del lavoro. L’opposizione del governo si configura così come una difesa della libertà di impresa a scapito, secondo la Regione, dei diritti dei lavoratori.
Per Giani la posizione del governo è “ideologica”
Il presidente Eugenio Giani ha definito la posizione del governo “ideologica” e ha dichiarato che la Regione risponderà con un atto “non solo istituzionale, ma di civiltà”. Giani ha sottolineato che la legge è stata pensata “per garantire dignità a chi lavora negli appalti pubblici”, e ha assicurato che la battaglia per il salario minimo sarà portata avanti con determinazione.
Per approfondire: Governo impugna la legge toscana sul salario minimo: “È in contrasto con la Costituzione”






