Roma, 15 ottobre 2025 – L’aula della Camera dei Deputati ha approvato la mozione delle forze di maggioranza sul Memorandum d’intesa tra Italia e Libia per la gestione dei flussi migratori. La mozione ha ottenuto 153 voti favorevoli, 112 contrari e 9 astensioni, e impegna il governo a proseguire con la strategia nazionale di contrasto ai trafficanti di migranti e di prevenzione delle partenze dalla Libia, basata sul rinnovo del Memorandum originario del 2017.
Approvazione della mozione di maggioranza e rigetto delle opposizioni
La mozione approvata rappresenta un sostegno esplicito all’attuale strategia italiana di cooperazione con la Libia per la gestione dei flussi migratori, rinnovando l’intesa sottoscritta sette anni fa. Il documento impegna il governo a proseguire nel contrasto ai trafficanti di esseri umani e a prevenire le partenze dai porti libici, confermando la validità del Memorandum come strumento principale.

Sono state invece bocciate le due mozioni presentate dalle opposizioni, entrambe accompagnate da un parere negativo del governo. Tra queste, quella proposta da Pd, Avs, Iv e Più Europa, che chiedeva di sospendere ogni forma di cooperazione tecnica, materiale e operativa con la Libia, al fine di evitare il ritorno forzato di migranti nel paese nordafricano e di procedere a una revisione integrale degli accordi bilaterali. Anche la mozione del Movimento 5 Stelle, che prevedeva l’interruzione del rinnovo automatico del Memorandum per avviare una sua revisione, non ha trovato sufficiente consenso.
Le critiche del Movimento 5 Stelle e il dibattito sul Memorandum
Il deputato Alfonso Colucci (M5S) ha sottolineato nella sua dichiarazione di voto come la questione migratoria sia tornata al centro del dibattito politico con la mozione, evidenziando un incremento degli sbarchi in Italia: “quasi 300mila migranti sbarcati dall’insediamento del governo Meloni, con 54.380 arrivi registrati al 14 ottobre 2025, un dato in crescita rispetto al 2024”. Colucci ha definito la situazione “un fallimento totale”, denunciando il peggioramento della situazione in Libia e la necessità di rinegoziare il Memorandum del 2017, che a suo avviso si è trasformato da strumento di contrasto alla tratta in un meccanismo che ne rafforza la presenza.
Nel suo intervento, il deputato ha inoltre evidenziato la collusione fra la Guardia costiera libica e milizie criminali armate, citando fonti come l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni dell’ONU. Secondo Colucci, il governo italiano si sarebbe fatto “bloccare dai trafficanti” e avrebbe ceduto al “ricatto libico” in diverse circostanze, inclusa la vicenda del mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale nei confronti di Almasri.
Il deputato del M5S ha chiesto maggiore trasparenza sull’impiego dei fondi nazionali ed europei destinati alla cooperazione con la Libia, proponendo il monitoraggio delle condizioni nei centri di detenzione libici e l’introduzione di condizionalità sul rispetto dei diritti umani fondamentali. Infine, ha sollecitato un ruolo più attivo dell’Italia nelle sedi europee per promuovere la stabilità e la legalità in Libia.
Le tensioni politiche riguardano non solo la gestione migratoria ma anche la complessa situazione interna libica, paese nordafricano che si estende su 1.759.540 km² con una popolazione di circa 6,8 milioni di abitanti. La Libia è una repubblica parlamentare con capitale Tripoli, governata da un governo di unità nazionale riconosciuto dall’ONU, guidato dal Primo Ministro Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh. Il paese vive da anni una situazione di instabilità politica e sociale, con profonde implicazioni sulla gestione dei flussi migratori verso l’Europa.






