L’Italia si conferma in una posizione critica all’interno dell’Unione Europea per quanto riguarda la spesa pubblica destinata all’istruzione. Secondo il rapporto “Investing in Education 2025” pubblicato dalla Commissione europea e riferito ai dati del 2023, il nostro Paese è ultimo per percentuale di spesa pubblica sull’istruzione in rapporto alla spesa totale e terz’ultimo per quanto riguarda il rapporto tra spesa per l’istruzione e Prodotto interno lordo (PIL), preceduto solo da Romania e Irlanda.
Spesa pubblica per l’istruzione: il confronto europeo
Nel 2023, la spesa pubblica per l’istruzione nell’UE è stata in media il 9,6% della spesa pubblica totale e il 4,7% del PIL. L’Italia si attesta al 7,3% della spesa pubblica totale e al 3,9% del PIL, valori inferiori rispetto sia alla media UE sia ai principali partner europei: la Germania investe il 4,5% del PIL, la Francia il 5%, mentre la Svezia, paese con la spesa più alta, arriva al 7,3%. Complessivamente, i Paesi UE hanno speso 806 miliardi di euro nel settore educativo nel 2023.
Un’analisi più dettagliata della situazione italiana evidenzia che, dal 2010, il nostro Paese ha progressivamente ridotto la quota di PIL destinata all’istruzione, sorpassato dalla Germania e da altri stati europei, con un investimento oggi inferiore anche a quello di Grecia, Bulgaria e Romania. Questa situazione si accompagna a risultati critici negli apprendimenti, con un punteggio medio di 471 punti in matematica nei test Ocse-Pisa del 2022, ben al di sotto dei Paesi che investono di più.
Le sfide dell’istruzione in Italia e in Europa
Il rapporto della Commissione europea sottolinea come l’istruzione di qualità sia fondamentale per affrontare la transizione demografica nel continente, in particolare per contrastare la carenza di competenze e sostenere la vitalità economica. L’invecchiamento della popolazione europea rappresenta infatti una minaccia per la forza lavoro e per le finanze pubbliche, rendendo cruciale un maggior investimento soprattutto nelle giovani generazioni e nelle discipline STEM.
Nonostante una modesta ripresa della spesa pubblica per l’istruzione nell’UE dopo la pandemia, restano significative le sfide da affrontare per garantire un sistema educativo efficace e inclusivo, capace di ridurre anche le disuguaglianze territoriali e sociali, come evidenziato dai dati sui divari di competenze rilevati nel Mezzogiorno italiano.
Il confronto con gli altri Stati membri e le raccomandazioni della Commissione europea indicano chiaramente la necessità di un incremento degli investimenti, per migliorare la qualità e l’equità dell’istruzione e per sostenere il futuro economico e sociale dell’Italia.






