Bruxelles, 3 dicembre 2025 – Si è concluso nella tarda serata di ieri l’interrogatorio di Federica Mogherini, ex Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e attuale rettrice del Collegio d’Europa di Bruges. La politica italiana, insieme a Stefano Sannino e a Cesare Zegretti, è formalmente indagata nell’ambito di un’inchiesta per presunte irregolarità nella gestione di fondi europei destinati a un programma di formazione per giovani diplomatici.
L’interrogatorio a Mogherini
L’interrogatorio, durato circa dieci ore, si è svolto in un clima definito “sereno” dalla legale di Mogherini, Mariapaola Cherchi, che ha parlato di un’esposizione “a 360 gradi” e “più che esauriente” dei fatti richiesti dagli inquirenti. Mogherini è stata rilasciata senza alcuna condizione restrittiva. La legale ha sottolineato che la sua assistita ha più volte chiesto se dovesse limitare i propri movimenti, ma le è stato confermato che non vi erano motivi per imporre restrizioni. Questo elemento, ha aggiunto, potrebbe contribuire a “calmare il polverone” mediatico che si è sollevato intorno al caso.
L’indagine riguarda fatti risalenti al periodo 2021-2022 e coinvolge la gestione di un appalto per un corso post-universitario destinato a giovani diplomatici, finanziato dall’Unione Europea e ospitato proprio dal Collegio d’Europa. Le accuse contestate, come comunicato dalla Procura europea (Eppo), includono frodi e corruzione negli appalti, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.
Le reazioni politiche e istituzionali
L’inchiesta ha suscitato immediatamente reazioni nel panorama politico italiano ed europeo. Riccardo Ricciardi, capogruppo del M5S alla Camera, ha espresso cautela, sottolineando l’importanza di attendere gli atti ufficiali. Ricciardi ha aggiunto che “il problema non sono i giudici, ma la politica”, riferendosi alla necessità di reintrodurre in Europa il reato di abuso d’ufficio, tema controverso nel dibattito italiano.
Dal fronte della Lega, Massimiliano Romeo ha ribadito un atteggiamento garantista, auspicando che l’OLAF (l’Ufficio europeo per la lotta antifrode) faccia chiarezza. Tuttavia, Romeo ha evidenziato come la vicenda contribuisca a rafforzare una percezione critica verso l’Europa, definita “un’élite chiusa in una bolla, lontana dai cittadini”.
Walter Verini, senatore del Partito Democratico, ha difeso la reputazione di Mogherini ricordandola come “persona seria e molto preparata”. Ha invitato a evitare “sciacallaggi” e a lasciare che la magistratura faccia il proprio lavoro per dissipare ogni ombra.
Dal Collegio d’Europa è arrivata una nota di piena collaborazione con le autorità, che ribadisce “l’impegno a rispettare i più elevati standard di integrità, correttezza e conformità”.
Dettagli dell’inchiesta e contestazioni
L’indagine ha preso avvio dalla Procura federale di Bruges e coinvolge la Procura europea (Eppo), con un focus sulle procedure di assegnazione del progetto per l’Accademia diplomatica dell’Unione Europea, che prevede un corso di formazione di nove mesi per giovani diplomatici provenienti dagli Stati membri. Le perquisizioni hanno interessato sedi del Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) a Bruxelles e il Collegio d’Europa a Bruges.
Gli investigatori sospettano che i rappresentanti del Collegio fossero stati informati anticipatamente sui criteri di selezione della gara, violando così la normativa europea e belga in materia di concorrenza leale. Un elemento al centro dell’attenzione è anche l’acquisto, nel 2022, di un edificio a Bruges per 3,2 milioni di euro destinato ad alloggiare i diplomatici frequentanti il corso, effettuato poco prima della pubblicazione del bando di gara.
La Procura europea ha precisato che le accuse riguardano esclusivamente fatti antecedenti all’insediamento dell’attuale Alta rappresentante per gli affari esteri, Kaja Kallas, avvenuto nel 2024.





