Sono giorni decisivi per Ilaria Salis, europarlamentare italiana eletta con Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), la cui immunità parlamentare è al centro di un acceso dibattito europeo. L’Unione Europea è chiamata a decidere se revocare l’immunità a Salis, coinvolta in un processo in Ungheria che rischia di rapidamente riprendere, con possibili conseguenze drammatiche per la sua libertà personale.
La vicenda giudiziaria e politica di Ilaria Salis e la sua immunità
Ilaria Salis, attivista e insegnante milanese, è stata arrestata a Budapest nel febbraio 2023 con l’accusa di aver aggredito tre militanti neonazisti durante una manifestazione antifascista. Dopo mesi di detenzione in condizioni severe, con critiche internazionali sulle modalità della custodia, Salis è stata liberata e posta agli arresti domiciliari nel maggio 2024. La sua elezione a europarlamentare nel luglio 2024 le ha conferito l’immunità, sospendendo il processo in Ungheria.
Tuttavia, il governo ungherese guidato da Viktor Orbán, leader di estrema destra di Fidesz, ha chiesto ufficialmente la revoca dell’immunità parlamentare di Salis. La richiesta è stata accolta e ora la commissione Affari giuridici del Parlamento europeo discuterà il caso il 23 settembre a Bruxelles, con una decisione attesa a breve.
Il rischio di un mandato d’arresto europeo e le reazioni di Salis
Se sarà revocata l’immunità, Salis rischia di essere sottoposta a un mandato d’arresto europeo e di tornare sotto processo in Ungheria. L’europarlamentare denuncia che ciò sarebbe “grave e irrazionale”, poiché la sua vicenda giudiziaria è, a suo giudizio, un “processo-farsa” orchestrato da un esecutivo “autoritario e illiberale”. Salis ha sottolineato che tale provvedimento rappresenterebbe una “sconfitta per la democrazia europea e una violazione dei diritti fondamentali” garantiti ai cittadini.
Il clima si è ulteriormente surriscaldato a causa delle provocazioni del portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, che ha pubblicato sui social le coordinate del carcere di Marianosztra, implicando un imminente ritorno in prigione per Salis. Precedentemente, Kovacs aveva postato immagini manipolate di Salis in catene, un gesto che l’eurodeputata ha definito emblematico della natura “arrogante e vendicativa” del regime di Orbán.
Il contesto politico ungherese e le implicazioni europee
Il caso di Ilaria Salis si inserisce nel più ampio quadro della crescente tensione tra l’Ungheria e le istituzioni europee. Orbán, Primo ministro dal 2010 e noto per le sue politiche illiberali e nazionaliste, ha progressivamente modificato il sistema democratico ungherese, limitando la libertà di stampa e l’indipendenza della magistratura. La sua coalizione ha più volte sfidato Bruxelles, suscitando preoccupazioni sul rispetto dello Stato di diritto.






