Roma, 14 novembre 2025 – Il Ministero della Salute ha annunciato la presentazione di un appello al Consiglio di Stato in seguito alla sentenza emessa dal Tar Campania che riguarda l’uscita della Regione dal piano di rientro. La decisione del Tar, infatti, non ha convinto il dicastero, che ritiene non siano stati ancora raggiunti tutti gli obiettivi necessari per certificare l’uscita definitiva.
Criticità nella rete sociosanitaria e negli screening oncologici
Il Ministero della Salute ha evidenziato come gli indicatori attuali segnalino una rete sociosanitaria ancora insufficiente, con un’assistenza inadeguata per anziani e persone fragili. Inoltre, permangono criticità strutturali nei programmi di screening oncologici. Questi elementi sono stati determinanti nel giudizio negativo sulla completa uscita dal piano di rientro.
Il bilancio regionale, sebbene in equilibrio, è stato raggiunto a discapito della qualità dei servizi ai cittadini: per questo motivo, il Ministero della Salute ritiene insufficiente tale risultato per sancire la fine del piano. Già 18 mesi fa, prima di autorizzare l’uscita, il Ministero aveva chiesto alla Regione Campania il raggiungimento di specifici obiettivi, tra cui il recupero della rete sociosanitaria, il miglioramento degli screening e la stabilizzazione delle performance dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Il quadro complessivo dei Livelli Essenziali di Assistenza e la questione protesica
Il Sistema di Garanzia dei LEA rappresenta solo una parte del complessivo sistema di valutazione del Ministero. La Campania risulta ancora inadempiente su aspetti rilevanti che impediscono la certificazione dell’uscita dal piano di rientro, ha spiegato il Ministero in nota.
Parallelamente, il Consiglio di Stato ha da poco ordinato al Ministero della Salute di correggere la normativa sui LEA protesici, riconoscendo la necessità di garantire il diritto alla libera scelta degli ausili più adeguati per le persone disabili, come stabilito dalla sentenza n. 3744 del 13 aprile 2023. Questa sentenza ha confermato l’inadempienza del Ministero nel garantire l’adeguata erogazione delle prestazioni protesiche, sottolineando l’importanza della tutela della salute e della dignità umana.






