Firenze, 5 agosto 2025 – Il Governo italiano ha deciso di impugnare la legge regionale toscana sul salario minimo, approvata il 18 giugno 2025 con il numero 30. La normativa introduce, nelle gare regionali ad alta intensità di manodopera basate sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, un premio per le aziende che applicano un salario minimo orario non inferiore a 9 euro lordi. La decisione è stata assunta nel corso del Consiglio dei ministri di ieri.
Motivazioni dell’impugnazione
Secondo quanto riporta il comunicato ufficiale diffuso dopo il Cdm, l’impugnazione è stata decisa perché alcune disposizioni della legge sul salario minimo sono in contrasto con la normativa statale in materia di tutela della concorrenza e violano l’articolo 117, secondo comma, lettera e), della Costituzione. Il Governo ritiene quindi che la norma regionale interferisca con competenze riservate allo Stato, in particolare in tema di libertà di impresa e concorrenza economica.
La politica toscana difende la legge sul salario minimo
Il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, Vincenzo Ceccarelli, ha commentato con fermezza la decisione: “Se la concorrenza deve farsi sulla pelle dei lavoratori, siamo ben felici di aver promosso e approvato una legge che il Governo definisce in contrasto con le regole vigenti”. Ceccarelli ha difeso il principio della norma, sottolineando che premiare le aziende che garantiscono un salario minimo dignitoso è un modo per spingere le imprese a competere liberamente, senza compromettere la salute e la qualità del lavoro, specialmente nei contratti pubblici.
Il consigliere regionale ha inoltre criticato la posizione del Governo, sostenendo che “la Costituzione non può essere richiamata per cassare una norma di civiltà che tutela il diritto al lavoro dignitoso e sicuro”. Ceccarelli ha auspicato che la Corte Costituzionale, chiamata a dirimere il conflitto, sappia riconoscere la ratio della legge toscana a favore dei lavoratori.
L’impugnazione della legge sul salario minimo si inserisce in un contesto più ampio di contenziosi tra il Governo centrale e la Regione Toscana, che ha visto recentemente impugnate altre normative regionali, come quelle sul turismo e sul fine vita. Il confronto tra Regione e Governo resta acceso e sarà la Consulta a pronunciarsi sulle questioni di legittimità costituzionale.
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