Roma, 23 ottobre 2025 – In una diretta social seguita con attenzione, Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle (M5S), ha ribadito la necessità di alleanze politiche basate su chiarezza e programmi condivisi, aprendo la porta a possibili collaborazioni con il Partito Democratico (PD) solo se si riuscirà a definire un programma di forte impronta progressista.
Giuseppe Conte: “Alleanze con patti chiari e programmi condivisi”
Conte ha sottolineato come l’esperienza maturata nelle amministrazioni locali, sia nelle città che nelle regioni, abbia dimostrato l’importanza di stringere alleanze soltanto con accordi “nero su bianco”, evitando ambiguità o intese poco trasparenti. “Alleanze sì, ma con patti chiari”, ha affermato il leader pentastellato, che ha ribadito come il M5S sarà alleato del Pd solo qualora si raggiunga un’intesa su temi fondamentali quali immigrazione, sicurezza e politica estera, tutti declinati in una chiara chiave progressista.

“La nostra stella polare è essere sempre scomodi, dalla parte giusta”, ha aggiunto, evidenziando la volontà del Movimento di mantenere un’identità indipendente all’interno dell’area progressista. Conte ha infatti definito il posizionamento del M5S come “progressista indipendente”, sottolineando che l’autonomia è indispensabile per evitare compromessi che allontanerebbero il Movimento dai suoi valori originari.
Critiche interne e prospettive di miglioramento
Nel corso della stessa diretta, Conte ha ammesso che all’interno del Movimento 5 Stelle non tutto procede senza criticità: “Non sto dicendo che nel M5S va tutto bene”, ha precisato, evidenziando la necessità di interventi per miglioramenti e correzioni, in particolare nel funzionamento dei gruppi territoriali. Alcuni di questi, ha denunciato, hanno problemi di finanziamento e mostrano resistenze ad aprirsi a nuovi ingressi, creando così degli “orti chiusi” che non rispecchiano la vocazione del Movimento a essere incisivo sul territorio.
Inoltre, Conte ha duramente criticato l’attuale governo, accusandolo di praticare un assistenzialismo verso i poteri forti, definito da lui stesso “servilismo”, e di utilizzare il concetto di meritocrazia in modo ipocrita, favorendo gli amici piuttosto che premiare il merito reale.
Queste dichiarazioni si inseriscono in un contesto politico caratterizzato da un avvicinamento del Movimento 5 Stelle alle posizioni progressiste, ma con la ferma volontà di mantenere un’identità distinta e una linea chiara, soprattutto in vista delle prossime sfide elettorali e della necessità di costruire alleanze fondate su valori condivisi e programmi concreti.




