Carate Brianza, 8 dicembre 2025 – Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha rilanciato il dibattito sull’appartenenza culturale di Pier Paolo Pasolini, in occasione del finissage della mostra dedicata al capolavoro di Tiziano “Venere che benda amore” ospitata in Villa Confalonieri a Carate Brianza, nel Monzese. Giuli ha sottolineato come Pasolini sia un patrimonio comune della nazione, rifiutando le polemiche sull’etichetta di “Pasolini di destra“.
Pasolini patrimonio della nazione, non un’icona politica
Secondo il ministro, Pasolini, simbolo della tradizione culturale italiana, figura con autorevolezza in un pantheon che include personalità come Gabriele D’Annunzio e Charlie Kirk. “Pasolini è un grande intellettuale italiano, quindi chiunque abbia a cuore la storia, la cultura, le tradizioni italiane può accostare Pasolini ad altri intellettuali. Non devono essere acquisiti dalla destra, sono semplicemente patrimonio della nazione“, ha dichiarato Giuli. Con queste parole, il ministro intende riaffermare il valore culturale universale di Pasolini, al di là delle appartenenze politiche.
La riflessione di Giuli si inserisce nel contesto di un confronto acceso che ha visto, negli ultimi mesi, la destra italiana rivendicare l’eredità culturale di Pasolini, spesso in contrasto con interpretazioni tradizionalmente collocate a sinistra. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervenendo a un convegno dedicato all’intellettuale, ha definito Pasolini “un irregolare“, evidenziandone posizioni critiche verso il consumismo e il contesto politico del Sessantotto, e ricordando la sua complessità come figura antifascista e comunista fuori dagli schemi dogmatici.

Il ministro Giuli e la cultura contemporanea
Nel medesimo evento, Giuli ha anche commentato la scelta della prima del Teatro alla Scala di Milano, con l’opera contemporanea di Dmitrij Šostakovič, “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk“. “Una scelta coraggiosa di un’opera molto contemporanea, che rimane attuale non solo per i temi, ma anche per la capacità espressiva dell’orchestra della Scala“, ha affermato il ministro, evidenziando l’importanza di promuovere sia il patrimonio storico che le espressioni culturali contemporanee.
Il ministro Giuli, in carica dal settembre 2024, si conferma una figura impegnata nel valorizzare la cultura italiana in tutte le sue sfaccettature, affrontando anche temi controversi con un approccio che mira a superare le divisioni politiche e a riconoscere la complessità degli intellettuali italiani del Novecento.






