Roma, 14 settembre 2025 – In occasione della Festa nazionale dell’Udc, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha affrontato il tema di un possibile intervento sulle banche all’interno della prossima manovra economica, sottolineando che ogni decisione sarà presa solo al termine di una fase di valutazione politica condivisa e che servirà attendere circa due settimane per definire il quadro delle priorità.
Il quadro politico e la gestione delle risorse pubbliche
Il ministro Giorgetti ha richiamato l’attenzione sull’importanza di un’attenta gestione delle risorse pubbliche: «Chiunque ricopra un ruolo di amministratore pubblico deve valutare con cura ogni euro speso, perché dietro c’è sempre un sacrificio fiscale per i cittadini – ha spiegato – le valutazioni saranno fatte solo quando il quadro di priorità sarà definito, e non posso decidere da solo perché non sono un dittatore finanziario, ma un servitore della volontà politica condivisa dai leader dei partiti». Il riferimento a Margaret Thatcher, che definiva i cittadini come «tax payers» (pagatori di tasse), evidenzia la visione rigorosa di Giorgetti sulla necessità di razionalizzare la spesa e ridurre il carico fiscale.
L’appello alle banche: tornare al loro ruolo tradizionale
Nel corso dell’Assemblea annuale dell’ABI tenutasi a Milano lo scorso 11 luglio, Giorgetti aveva già espresso un giudizio critico sul sistema bancario italiano, pur riconoscendo i miglioramenti degli ultimi anni: «Le banche italiane hanno beneficiato del rafforzamento della finanza pubblica e di interventi legislativi e di sostegno pubblico, ma questo non si è tradotto in un aumento del credito alle imprese, che invece si è ridotto di oltre un terzo dal 2011». Il ministro ha quindi esortato gli istituti di credito a «tornare a fare le banche», ossia a raccogliere, tutelare e prestare il risparmio in modo efficace, sottolineando che il governo non guarda alla nazionalità dei banchieri, ma solo alla loro capacità di svolgere questa funzione fondamentale.
Giorgetti ha inoltre evidenziato la debolezza degli investimenti in tecnologie nel settore finanziario, richiamando dati di Bankitalia che segnalano investimenti sorprendentemente bassi rispetto agli utili e ai dividendi distribuiti. L’invito è chiaro: le banche devono essere più proattive e sostenere le imprese soprattutto nei territori, favorendo la crescita economica e l’occupazione.






