Roma, 16 novembre 2025 – Il senatore di Fratelli d’Italia, Matteo Gelmetti, annuncia il ritiro dell’emendamento sulla regolamentazione degli scioperi nel trasporto pubblico presentato nell’ambito della legge di Bilancio. La decisione arriva in un momento di forte dibattito sulle modalità di attuazione degli scioperi che, secondo Gelmetti, generano disagi sproporzionati rispetto all’effettiva adesione dei lavoratori.
Scioperi e disagi nel trasporto pubblico
Gelmetti sottolinea come «oggi il solo annuncio di uno sciopero – anche da parte di una sigla sindacale minore – comporti che le aziende di trasporto siano costrette a ridurre del 50 per cento il servizio», indipendentemente dalla reale partecipazione allo sciopero. Questo meccanismo, definito dal senatore un «fenomeno di dumping degli scioperi», provoca «grandi disagi per gli utenti» e penalizza i cittadini, mentre le aziende non subiscono perdite, essendo il trasporto pubblico finanziato con risorse statali.
Il senatore evidenzia la necessità di introdurre un meccanismo che garantisca un equilibrio tra la riduzione del servizio e la reale adesione agli scioperi, «nel pieno rispetto del legittimo diritto dei lavoratori di far sentire la propria voce». Tuttavia, Gelmetti riconosce la complessità del tema e la mancanza di condizioni per un confronto approfondito in questa fase, spiegando che il ritiro dell’emendamento è dettato dalla volontà di presentare un disegno di legge più articolato e condiviso.
Contesto sindacale e prossimi sviluppi
Il ritiro dell’emendamento si inserisce in un contesto segnato da numerosi scioperi nel settore dei trasporti programmati nelle prossime settimane, che coinvolgono diverse sigle sindacali a livello regionale e nazionale. Tra questi, spiccano le agitazioni del personale Trenord in Lombardia e i numerosi scioperi generali previsti per fine novembre, che rischiano di compromettere ulteriormente la regolarità dei servizi.
L’Orsa, tra i sindacati più attivi, ha recentemente annunciato nuovi scioperi a causa del mancato rinnovo del contratto aziendale di Trenord, scaduto nel 2015, e delle violazioni degli accordi vigenti. La situazione evidenzia un quadro di tensioni che rende urgente un confronto politico e sindacale per definire regole più equilibrate e sostenibili per il diritto di sciopero nel settore.






