Napoli, 23 novembre 2025 – Nel giorno del 45° anniversario del tragico terremoto dell’Irpinia, il ricordo della catastrofe del 1980 torna a riaccendere riflettori e dibattiti, tra commemorazioni e qualche recente episodio di confusione mediatica. Proprio in queste ore, una gaffe social del ministro della Protezione civile Nello Musumeci ha attirato critiche per aver erroneamente associato una foto del terremoto di Amatrice del 2016 alla tragedia irpina. L’episodio evidenzia l’importanza di un rigoroso rispetto storico e geografico nella memoria di eventi così dolorosi.
Il terremoto dell’Irpinia: dati e impatto storico
Il 23 novembre 1980, alle ore 19:34, un sisma di magnitudo 6,9 colpì l’area dell’Irpinia, in particolare le province di Avellino, Salerno e Potenza. L’epicentro fu localizzato vicino a Castelnuovo di Conza, in Campania. La scossa, durata circa 90 secondi, causò un disastro senza precedenti con 2.914 vittime, oltre 8.800 feriti e circa 280.000 sfollati, devastando non solo l’Irpinia ma anche vaste porzioni del Sud Italia, inclusi danni significativi a Napoli e altre province limitrofe.
Il sisma mise in luce gravi carenze nell’organizzazione dei soccorsi, che arrivarono con ritardo a causa dell’isolamento geografico, del crollo di infrastrutture e della mancanza di una struttura di protezione civile efficiente. Fu proprio da questa tragedia che nacque la moderna Protezione Civile italiana, con Giuseppe Zamberletti nominato commissario straordinario per la gestione dell’emergenza.
La gaffe social del ministro Musumeci
Nel tentativo di commemorare il 45° anniversario, il ministro Musumeci ha pubblicato un post che ricordava il sisma irpino, sottolineando l’importanza della prevenzione sismica soprattutto dopo le recenti scosse nell’area di Avellino. Tuttavia, la grafica utilizzata ritraeva erroneamente una scena del terremoto di Amatrice, cittadina del Lazio devastata nel 2016, causando una reazione critica, in particolare dal senatore PD Filippo Sensi che ha rimarcato come «ricordare significhi rispettare i morti, i luoghi, le storie».
L’agenzia di comunicazione Socialcom, responsabile del materiale grafico, ha prontamente chiesto scusa definendo l’errore “inaccettabile” e assicurando maggiore attenzione in futuro, riconoscendo il valore simbolico e storico che ogni immagine rappresenta nel ricordo di tragedie nazionali.






