Livorno, 19 settembre 2025 – Nicola Fratoianni, deputato e segretario di Sinistra Italiana (Si), ha denunciato oggi a Livorno la revoca dell’Eta (Electronic Travel Authorization) da parte di Israele, sottolineando come questa misura impedisca di fatto ai parlamentari italiani l’accesso alla Palestina. Il politico ha evidenziato che senza il visto israeliano non è possibile recarsi nei territori palestinesi, inclusa la Cisgiordania e le aree governate dall’Autorità Nazionale Palestinese (ANP), come Ramallah, in accordo con gli accordi internazionali.
La revoca del visto: un atto politico e simbolico
Fratoianni ha definito la revoca del visto come un gesto “molto grave”, seppur secondario rispetto alla tragedia più ampia che si sta consumando nel territorio palestinese, ovvero lo “sterminio dei palestinesi, la pulizia etnica e la deportazione”. Secondo il leader di Si, Israele non sta solo perpetuando un genocidio oltre i propri confini, ma sta anche compromettendo ciò che rimane della sua democrazia interna. Questa situazione, ha aggiunto, dovrebbe essere attentamente valutata dai governi europei e internazionali nel definire la loro politica estera. Fratoianni ha definito Israele un “Stato canaglia” con un governo che, a suo dire, si comporta da “governo terrorista”.
Durante il corteo organizzato dalla Cgil in sostegno del popolo palestinese, Fratoianni ha ringraziato il sindacato per lo sciopero indetto, definendolo una “straordinaria prova di solidarietà e maturità politica” da parte dei lavoratori italiani che hanno deciso di pagare un prezzo economico per contribuire a fermare quella che ha definito una carneficina e un genocidio in corso.
Critiche al governo italiano e all’Europa
Il deputato ha anche espresso dure critiche nei confronti del governo italiano, accusandolo di immobilismo e di schierarsi dalla parte sbagliata della storia. “Un governo ipocrita e complice”, ha detto, che avrebbe il potere, nelle sedi internazionali, di riconoscere lo Stato palestinese, chiedere sanzioni contro Israele e battersi per la causa palestinese, ma che invece rimane inattivo.
In riferimento all’Unione Europea, Fratoianni ha dichiarato che l’Europa è gravemente in ritardo nelle risposte al conflitto. Sebbene alcune misure e sanzioni siano state annunciate, queste sono state giudicate “del tutto insufficienti”. Ha inoltre sottolineato come la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, abbia espresso posizioni più coraggiose rispetto a quelle del governo italiano, che invece definisce “balbettanti, ipocrite e inevitabilmente complici”.
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