Roma, 27 dicembre 2025 – È stata definitivamente approvata la riforma della Corte dei Conti, un provvedimento fortemente voluto e guidato dal ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti. Dopo due anni di confronto parlamentare, la legge attribuisce alla magistratura contabile un ruolo innovativo e di supporto agli amministratori pubblici, con l’obiettivo di assicurare una vigilanza preventiva e concreta nella gestione delle risorse pubbliche, senza però paralizzarne l’operato.
Il nuovo ruolo della Corte dei Conti: vigilare senza paralizzare
Tommaso Foti ha sottolineato come la riforma non rappresenti un semplice aggiustamento tecnico, ma una vera e propria svolta politica. L’intento è quello di favorire l’assunzione di provvedimenti legittimi in tempi rapidi all’interno della pubblica amministrazione, liberando l’Italia da una burocrazia che troppo spesso ha bloccato l’azione degli amministratori per paura di incorrere in sanzioni. “Il principio è semplice e giusto: lo Stato deve vigilare, non paralizzare“, ha affermato il ministro, evidenziando che la riforma apre una breccia contro la “paura della firma” che ha frenato molte iniziative strategiche.
La riforma distingue chiaramente tra errori involontari e comportamenti dolosi o gravemente colposi, tutelando gli amministratori che operano in buona fede e garantendo al contempo la tutela della finanza pubblica contro amministratori infedeli o incompetenti. Questo approccio mira a evitare il blocco di iniziative importanti per timore di procedimenti infondati per danno erariale.

Le garanzie e le sanzioni: la posizione di Mantovano
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha precisato che la legge per la riforma della Corte dei Conti non copre in alcun modo frodi o reati dolosi: “Chi commette fatti con dolo che hanno rilievo contabile risponde al 100%“. Mantovano ha inoltre spiegato che per chi determina danni per colpa è prevista una sanzione che può arrivare alla sospensione della retribuzione fino a due anni, una misura che definisce “non leggera” per un dipendente pubblico.
Il sottosegretario ha rigettato le critiche delle opposizioni, che hanno definito il provvedimento una “vendetta” in risposta alla recente bocciatura della delibera del Cipe sul Ponte sullo Stretto. Mantovano ha ricordato che l’iter legislativo della riforma è iniziato circa due anni fa, con numerose audizioni e un costante dialogo con la magistratura contabile, che ha portato a modifiche rispetto all’impostazione originaria. “Non c’è unanimità di dissenso tra i giudici contabili; alcuni hanno manifestato favore verso la riforma“, ha aggiunto, definendo forzatura il legare questa legge a eventi recenti della magistratura.
Profilo e ruolo dei protagonisti
Tommaso Foti, nato a Piacenza nel 1960, è ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le Politiche di coesione dal dicembre 2024 nel Governo Meloni. Deputato dal 1996, ha una lunga esperienza politica e amministrativa sia a livello locale che nazionale. Foti è stato un promotore instancabile del ddl sulla Corte dei Conti, che rappresenta una delle riforme chiave del suo mandato ministeriale.
Alfredo Mantovano, nato a Lecce nel 1958, è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dal 2022 con funzioni di segretario e autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Magistrato di alto profilo e politico con una lunga carriera parlamentare, Mantovano ha difeso con fermezza le novità introdotte dalla riforma, sottolineando il giusto equilibrio tra sanzioni severe per comportamenti dolosi e tutela per chi opera in buona fede.
La riforma della Corte dei Conti rappresenta quindi un passo decisivo nel rinnovamento della pubblica amministrazione italiana, favorendo l’efficienza e la responsabilità senza compromettere la legalità e la salvaguardia delle risorse pubbliche.
Limiti al risarcimento del danno erariale
Una nuova pagina si apre oggi nel panorama della responsabilità amministrativa in Italia con l’approvazione da parte del Senato della Repubblica della riforma della Corte dei conti. Questa decisione, secondo l’Associazione Magistrati della Corte dei Conti, rappresenta una battuta d’arresto nella protezione delle finanze pubbliche e segna un indebolimento significativo del principio di responsabilità nella gestione delle risorse collettive.
Con l’entrata in vigore della riforma, in caso di grave colpa, il risarcimento per il danno arrecato alle finanze pubbliche sarà ora limitato al 30% del pregiudizio accertato. La restante parte del danno non sarà recuperata e ricadrà interamente sulla collettività. L’Associazione magistrati della Corte dei Conti sottolinea come questa misura costituisca un “passo indietro nella tutela dei bilanci pubblici” e rappresenti una “pagina buia per i cittadini”, poiché riduce la possibilità di riparare integralmente i danni causati da mala gestione o corruzione.
Corte dei Conti, preoccupazioni sull’esonero automatico dalla responsabilità
I magistrati contabili esprimono altresì forti preoccupazioni riguardo all’introduzione di meccanismi di esonero automatico dalla responsabilità basati sul silenzio della Corte dei conti in sede di controllo di legittimità o di parere. Tale assenza di pronuncia esplicita rischia di trasformarsi in una “giustificazione automatica”, piegando le funzioni di controllo a logiche di esclusione della responsabilità invece che a quelle di miglioramento dell’efficienza e trasparenza dei servizi pubblici.
L’Associazione evidenzia come la riforma incida negativamente sui principi fondamentali sanciti dalla Costituzione, quali la legalità, la responsabilità e il buon andamento dell’amministrazione pubblica. Ricorda inoltre che le risorse pubbliche “appartengono a tutti” e la loro tutela richiede “forme di responsabilità effettive e credibili”.
Le criticità sollevate si inseriscono in un contesto istituzionale complesso, dove la Corte dei conti, organo di rilievo costituzionale con sede a Roma, svolge funzioni di controllo e giurisdizionali fondamentali per garantire la corretta gestione delle finanze pubbliche. La riforma approvata dal Senato, con 93 voti favorevoli, 51 contrari e 5 astensioni, modifica in modo sostanziale il quadro delle responsabilità amministrative e il ruolo della magistratura contabile nella tutela degli interessi collettivi.





