Roma, 3 ottobre 2025 – Tornato in Italia dopo essere stato trattenuto dalle autorità israeliane, il senatore Marco Croatti (M5S), uno dei quattro parlamentari italiani a bordo della Global Sumud Flotilla, ha espresso con forza la sua rabbia per essere tornato a casa mentre altri attivisti restano ancora detenuti. La flottiglia, partita con lo scopo di portare aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza, è stata intercettata e bloccata dalla Marina israeliana in acque internazionali, dando il via a una serie di arresti e tensioni diplomatiche.
Croatti: “Rabbia per essere tornato a casa, gli altri devono essere liberati subito”
Il senatore ha raccontato le difficoltà vissute durante la detenzione, sottolineando il clima di incertezza e la severa sorveglianza subita insieme agli altri membri della flottiglia. “Siamo stati schedati, monitorati e spostati su vari furgoni”, ha detto Croatti, spiegando come lui e gli attivisti siano stati fotografati e costretti a firmare dichiarazioni di buona salute prima di essere rilasciati. “Ora c’è rabbia perché gli altri attivisti sono ancora detenuti illegalmente e non riesco a pensare ad altro”, ha aggiunto, chiedendo che si mantenga alta l’attenzione mediatica e diplomatica per ottenere la loro immediata liberazione.
Croatti ha inoltre difeso la presenza dei parlamentari a bordo: “A chi dice che i parlamentari siano privilegiati, rispondo che eravamo lì proprio per il nostro ruolo diplomatico, per far pesare questa carica e proteggere gli equipaggi”. Il senatore ha descritto l’abbordaggio da parte di venti navi da guerra israeliane, con mitra spianati, che ha portato all’arresto degli attivisti pacifici che trasportavano aiuti umanitari.
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