Firenze, 12 dicembre 2025 – La manifestazione indetta oggi dalla CGIL in diverse città italiane ha visto come protagonista il segretario generale Maurizio Landini, che ha lanciato un duro monito contro le attuali condizioni del lavoro e la realtà politica ed economica del Paese. Durante l’evento di Firenze, Landini ha denunciato la diffusione di un modello imprenditoriale basato sullo sfruttamento e sul ricatto, definendo inaccettabile una situazione che porta il Paese a “sbattere contro un muro”.
Landini: “Siamo al regime, ci raccontano un Paese che non c’è”
Nel suo intervento più atteso, Landini ha sottolineato come la narrazione ufficiale dipinga un’Italia che “non c’è”, fatta di illusioni e falsità che nascondono la dura realtà di tanti lavoratori. Ha voluto dare voce a chi, come un operaio licenziato a seguito del cosiddetto “test del carrello”, vive quotidianamente il disagio e l’ingiustizia. Secondo il leader sindacale, è imprescindibile ascoltare il Paese reale e riconoscere le contraddizioni di un sistema che premia pochi a scapito di molti.
Landini ha inoltre evidenziato il paradosso di alcune imprese che, dopo aver accumulato profitti, chiudono stabilimenti in Italia per spostare investimenti altrove, ignorando il contributo dei lavoratori e la necessità di una politica industriale seria e responsabile. “Dove sono i veri patrioti?”, si è chiesto, invitando a riflettere su chi davvero sostiene il tessuto economico e sociale del Paese.

Libertà di stampa e partecipazione politica al centro della mobilitazione
Il segretario della CGIL ha annunciato che nelle manifestazioni odierne si è deciso di dare spazio anche ai giornalisti di testate come La Repubblica e La Stampa, per esprimere solidarietà di fronte a quella che viene percepita come una minaccia alla libertà di informazione. Landini ha definito questo come un tentativo esplicito di mettere in discussione la libertà di stampa e la capacità di portare avanti politiche industriali efficaci.
L’intervento di Landini si inserisce in un contesto politico segnato da bassi livelli di partecipazione elettorale, come evidenziato dal recente referendum di giugno 2025, che ha registrato un’affluenza nazionale del 30,6%, lontana dal quorum necessario per la validità della consultazione. Il dato ha suscitato riflessioni sulle difficoltà delle opposizioni a mobilitare il consenso e sull’esigenza di un dialogo più inclusivo con i cittadini.
In sintesi, la giornata di sciopero generale promossa dalla CGIL riflette una profonda insoddisfazione verso il modello produttivo e politico vigente, rilanciando la necessità di un confronto aperto e concreto sulle condizioni del lavoro, sulla democrazia e sulla libertà di espressione.
Landini: “Noi facciamo il nostro mestiere, a differenza di Salvini”
Maurizio Landini ha affermato con fermezza: “Noi stiamo facendo il nostro mestiere, quello che non fa Salvini”, puntando il dito contro la posizione del leader della Lega che aveva definito “irresponsabile” lo sciopero generale che ha bloccato il Paese. Landini ha ricordato che Salvini, durante la campagna elettorale, aveva promesso la cancellazione della legge Fornero, mentre “invece stanno portando l’età pensionabile a 70 anni”. Ha inoltre criticato chi, pur presentandosi come antieuropeista, oggi sostiene misure di austerità e aumento del riarmo, “quelli più filoeuropei sull’austerità e sul riarmo”.
Il segretario generale della CGIL ha sottolineato come il sindacato stia combattendo per una vera democrazia fondata sul lavoro, sulla giustizia sociale e sulla solidarietà, ribadendo che la piazza di Firenze è “piena di lavoratori, pensionati e giovani che tengono in piedi il Paese”.

Tensioni tra sindacato e politica: il ruolo dei leader dell’opposizione
Alla domanda sulla presenza dei leader del centrosinistra in piazza, Landini ha risposto che il suo obiettivo era mostrare la forza del mondo del lavoro, più che la presenza politica: “I leader politici fa piacere se ci sono”. La manifestazione si è quindi trasformata in un momento di affermazione della maggioranza sociale che si oppone alle politiche di austerità e alle scelte governative.
Maurizio Landini, segretario generale della CGIL dal 2019 e figura di spicco nel panorama sindacale italiano, ha confermato così il suo ruolo di guida nel movimento dei lavoratori, continuando a denunciare le contraddizioni e le promesse mancate dell’attuale governo e della destra guidata da Salvini.
La campagna per la sanità pubblica e la riforma fiscale
Durante la manifestazione organizzata in occasione dello sciopero generale, Landini ha sottolineato come la riforma fiscale rappresenti una priorità urgente. “Non può essere che la tassazione sul lavoro dipendente e sulle pensioni sia più alta rispetto a quella sui profitti e sulle rendite finanziarie“, ha affermato il leader sindacale. La proposta di legge popolare, ha spiegato, mira a garantire un sistema sanitario universale e rafforzato, fondato sul diritto alla salute per tutti i cittadini.
Inoltre, ha ribadito la volontà della CGIL di opporsi con un referendum a una riforma della giustizia che giudica estranea ai reali bisogni del Paese e di continuare a battersi per l’aumento dei salari. Tra le altre richieste, figura un contributo di solidarietà da parte delle 500.000 persone più ricche per finanziare investimenti in sanità, scuola, asili e politiche industriali.

Critiche al riarmo e prospettive della mobilitazione
Landini ha anche criticato le politiche di aumento della spesa per il riarmo, definendole «inopportune» in un momento di crisi industriale prolungata e di fuga dei giovani all’estero. “Serve invece una politica di investimenti che promuova giustizia sociale, lavoro stabile e ridia fiducia a chi si è allontanato dalla partecipazione democratica“, ha aggiunto.
Al termine del suo intervento, il segretario generale della CGIL ha annunciato la prosecuzione della mobilitazione fino a quando non arriveranno risposte concrete dal Parlamento e dal Governo, sottolineando la necessità di un’azione unitaria con le altre organizzazioni sindacali. La campagna per la sanità pubblica e la riforma fiscale sarà dunque uno dei pilastri delle prossime iniziative di lotta della CGIL, impegnata a rappresentare le istanze di una larga fetta della società italiana.






