Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha dichiarato che la sua regione deve essere il riferimento sulla legge sul fine vita
Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha ribadito oggi l’importanza della legge regionale sul fine vita come modello di riferimento a livello nazionale, durante una conferenza stampa tenutasi a Firenze. L’occasione è stata la discussione emersa a seguito di un convegno organizzato dal Partito Democratico in Parlamento, che ha suscitato interesse per il percorso normativo toscano e la sua applicazione pratica.
La legge toscana sul fine vita: un modello per l’Italia
Secondo Giani, la normativa toscana rappresenta un punto di riferimento per altre Regioni e per il legislatore nazionale: “Tutti sono incuriositi nel capire, nel sapere, come è stata approvata e come ha funzionato”, ha dichiarato. Il presidente ha ricordato il caso emblematico di Daniele Pieroni, scrittore e poeta che ha scelto l’autodeterminazione nel proprio percorso di fine vita nella sua città, Chiusi, in un contesto di rispetto e assistenza familiare.
Giani ha sottolineato inoltre il vuoto legislativo a livello nazionale, evidenziando il distacco tra la sentenza 242 della Corte Costituzionale del 2019, che ha fissato i principi per il fine vita medicalmente assistito, e l’assenza di una legge che regolamenti la materia a sei anni di distanza. “Mi sembra che la Regione Toscana stia diventando sempre più un punto di riferimento per chi vuole procedere con leggi regionali, ma soprattutto per il legislatore nazionale”, ha aggiunto.
Il dibattito nazionale e il primo caso di suicidio assistito in Lombardia
Nel frattempo, sul fronte nazionale, si è registrato il primo caso di suicidio medicalmente assistito in Lombardia con un farmaco fornito dal Servizio sanitario nazionale, in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale del 2019. La paziente, una donna di 50 anni affetta da sclerosi multipla progressiva, ha concluso il suo percorso di sofferenza con il sostegno medico e familiare, dopo un iter di valutazione durato diversi mesi.
La vicenda ha riacceso il dibattito politico e sociale in Italia, in assenza di una legge nazionale specifica. Il presidente Giani ha ribadito la necessità di un intervento legislativo da parte del Governo, auspicando che il Parlamento definisca norme che si ispirino al modello toscano. Anche altri esponenti politici, come Francesco Rocca del Lazio, hanno sottolineato che «è il Parlamento che dovrà fare il passaggio successivo».
Il caso lombardo ha inoltre evidenziato le difficoltà procedurali e le tensioni politiche regionali, con la bocciatura di un progetto di legge sul fine vita in Lombardia nel novembre 2024, a fronte di una normativa toscana già approvata e in fase di applicazione.
In questo scenario, la Toscana continua a svolgere un ruolo di primo piano nel dibattito pubblico e istituzionale sul diritto all’autodeterminazione nel fine vita, consolidando la propria legge come possibile modello nazionale.






