Roma, 18 dicembre 2025 – È forte la presa di posizione di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che si scaglia contro il testo del governo sull’aiuto medico alla morte volontaria, giudicato incompatibile con la giurisprudenza della Corte costituzionale. La legge in discussione, secondo Cappato, «va contro la giurisprudenza della Corte costituzionale perché elimina il ruolo del Servizio sanitario nazionale e esclude dall’aiuto i pazienti terminali non attaccati a delle macchine». A margine della conferenza di fine anno, che coincide con l’anniversario della morte di Piergiorgio Welby, Cappato ha annunciato una mobilitazione nazionale per chiedere al Parlamento di discutere la proposta di legge di iniziativa popolare sul fine vita (l’eutanasia legale), promossa dall’Associazione Luca Coscioni, oltre a sollecitare l’approvazione della legge regionale “Liberi subito” che stabilisce tempi e procedure certe.

Le criticità del testo governativo sul fine vita
Il testo proposto dal governo Meloni, secondo Cappato, presenta diverse criticità che ne limitano l’efficacia e la tutela dei diritti dei pazienti. In particolare, la normativa «restringe la platea dei beneficiari, sostituendo il criterio di dipendenza da trattamenti di sostegno vitale con trattamenti sostitutivi di funzioni vitali, escludendo molte persone già oggi tutelate». Inoltre, la procedura prevista è impraticabile, con tempi di attesa fino a 90 giorni per la risposta e ulteriori 5 mesi per ripresentare la richiesta in caso di diniego. Un altro punto dolente è l’esclusione del ruolo del Servizio Sanitario Nazionale e delle Regioni, che costringe i cittadini a rivolgersi a strutture private o a espatriare. Infine, il testo introduce vincoli ideologici, come la “difesa della vita fin dal concepimento”, ritenuti un ostacolo ai diritti acquisiti.
Richieste e impegni per le terapie e la ricerca
Oltre alla questione del fine vita, Cappato ha sottolineato la necessità che il governo intervenga anche sul fronte delle terapie orfane per le malattie rare. In particolare, ha evidenziato il silenzio del ministro Urso sulla richiesta di riprendere le sperimentazioni per l’epidermolisi bollosa (nota come “bambini farfalla”) e per le terapie cellulari per la ricostruzione della cornea. «Da due anni centinaia di pazienti sono in attesa di potervi accedere», ha detto Cappato, invitando tutte le forze politiche a impegnarsi per questo risultato.
Queste istanze si inseriscono in un quadro più ampio di dibattito e mobilitazione sull’eutanasia legale e il diritto all’autodeterminazione, temi strettamente connessi alla memoria e all’eredità lasciata da figure come Piergiorgio Welby, simbolo della battaglia per il riconoscimento del diritto al rifiuto dell’accanimento terapeutico in Italia.

