Si è svolta oggi a Roma, in Piazza Vidoni, la manifestazione dei lavoratori precari del PNRR della giustizia, durante la quale il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha rilanciato la sua analisi sull’emergenza italiana e le necessità di riforma nel settore pubblico.
Salari e lavoro stabile: l’emergenza da affrontare secondo Landini
Secondo Landini, “l’emergenza dell’Italia si chiama salario e lavoro stabile”, temi fondamentali per la tutela dei diritti dei cittadini. Durante il suo intervento, ha sottolineato come la legge di bilancio in discussione in Parlamento non preveda investimenti pubblici per il 2026, con una voce dedicata agli investimenti pari a zero. Landini ha evidenziato la necessità di una vera riforma fiscale che recuperi risorse “dove sono” per finanziare settori strategici come sanità, scuola, giustizia e politiche industriali.
Il segretario CGIL ha spiegato che il funzionamento dei servizi pubblici essenziali dipende dal lavoro dei dipendenti pubblici, e che i problemi attuali non sono dovuti agli operatori, ma alle scelte politiche che finora non hanno garantito il corretto funzionamento dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. Ha inoltre criticato l’aumento della spesa pubblica destinata esclusivamente al comparto militare, definendolo “una follia” e proponendo di destinare tali risorse al miglioramento delle condizioni lavorative e salariali del personale pubblico.
Riforma della giustizia: oltre la separazione delle carriere
Landini si è soffermato anche sul tema della riforma della giustizia, definendo un paradosso il fatto che la politica punti esclusivamente sulla separazione delle carriere dei magistrati come soluzione. Ha ribadito che la vera riforma dovrebbe prevedere assunzioni, valorizzazione del merito e aumento degli stipendi per i lavoratori del settore, elementi indispensabili per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario.
Il segretario CGIL ha infine espresso il suo netto rifiuto verso iniziative che mirano a dare maggiore potere alla politica senza risolvere i problemi concreti delle persone, sottolineando l’urgenza di un cambiamento che parta dall’investimento sulle persone e sulle competenze.
La manifestazione odierna conferma il ruolo centrale dei lavoratori pubblici nella difesa dei diritti e nella richiesta di una riforma strutturale del sistema italiano, in particolare nei settori più delicati come la giustizia, la sanità e l’istruzione.






