Ultima tornata per le elezioni regionali del 2025, che vede protagonisti oltre 13 milioni di elettori in Veneto, Campania e Puglia, un vero banco di prova per le forze politiche italiane in vista delle Politiche del 2027. Dopo le votazioni di ieri e oggi, la competizione riprende la sfida tra centrodestra e centrosinistra, con un occhio particolare alle dinamiche interne alle coalizioni e ai profili dei candidati alla presidenza.
Elezioni regionali 2025: l’affluenza in calo e la sfida politica
Alle ore 12,30, l’affluenza media registrata nelle tre regioni è stata dell’8,9%, un calo netto rispetto all’ultima tornata elettorale, quando si attestò al 12,6%. Nel dettaglio, il Veneto ha registrato un’affluenza del 10,1% (contro il 14,7% precedente), la Campania l’8,2% (11,3%) e la Puglia l’8,5% (12%). La riduzione della partecipazione elettorale si inserisce in un contesto di crescente disaffezione, ma non impedisce che queste elezioni rappresentino una prova cruciale per gli schieramenti politici.
Il centrodestra, forte dei successi recenti nelle Marche e in Calabria, mantiene per ora un vantaggio di 2 a 1, mentre il centrosinistra si è imposto in Toscana. Le previsioni per il risultato finale oscillano tra un pareggio a quota 3 e 3 e uno scenario di conferma del predominio del centrodestra, ma tutto dipenderà dal voto degli elettori.
Veneto: Alberto Stefani guida la Lega in una sfida chiave
Nel Veneto, regione con oltre 4 milioni di aventi diritto, il centrodestra si presenta con Alberto Stefani come candidato presidente. Stefani, classe 1992, è attualmente vicesegretario federale della Lega per Salvini Premier e segretario della Liga Veneta, nonché deputato dal 2018. Con un solido background giuridico e una carriera politica iniziata giovanissimo, Stefani rappresenta un profilo di rinnovamento all’interno del partito. La sua candidatura, ufficializzata lo scorso ottobre, gode del sostegno di Fratelli d’Italia, Forza Italia e altre forze moderate della coalizione.
Il centrosinistra, invece, ha puntato sull’ex sindaco di Treviso e deputato Pd, Giovanni Manildo, sostenuto da una coalizione ampia. La sfida si complica con la presenza di altri tre candidati minori, ma un elemento distintivo è la candidatura capolista in tutte le province del presidente uscente Luca Zaia, il cui peso elettorale sarà decisivo per le sorti della Lega e dell’intera coalizione.
Campania e Puglia: volti nuovi e conferme
In Campania, con un bacino elettorale di circa 5 milioni, il presidente uscente Vincenzo De Luca ha lasciato il passo a Roberto Fico, già presidente della Camera e candidato del Movimento 5 Stelle, sostenuto dal centrosinistra. La coalizione affronta un centrodestra compatto che ha scelto come candidato il sottosegretario agli Esteri Edmondo Cirielli, figura di spicco di Fratelli d’Italia. La competizione vede anche la presenza di diversi candidati indipendenti, tra cui Giuliano Granato (Campania Popolare), Stefano Bandecchi e altri.
In Puglia, quasi 4 milioni di elettori sono chiamati a scegliere tra la novità rappresentata da Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e deputato europeo del Pd, che sostituisce il governatore uscente Michele Emiliano. Decaro affronta un centrodestra guidato da Luigi Lobuono, ex presidente della Fiera del Levante, e due candidati minori con liste civiche e di sinistra radicale.
L’attenzione degli osservatori è concentrata non solo sulla scelta del presidente, ma anche sul peso elettorale che i singoli partiti riusciranno a conquistare, elemento fondamentale per gli equilibri futuri delle coalizioni in vista delle elezioni nazionali.






