Si è chiuso lo scrutinio per le elezioni regionali nelle Marche, dove l’attuale presidente Francesco Acquaroli è stato confermato al vertice della regione. L’esito, anticipato dai dati raccolti da YouTrend, ha visto il candidato di Fratelli d’Italia prevalere su un agguerrito sfidante, l’europarlamentare dem Matteo Ricci, sostenuto da un’ampia coalizione di centrosinistra che include anche il Movimento 5 Stelle.
Elezioni Marche 2025: Acquaroli confermato presidente
La competizione politica nelle Marche si è concentrata principalmente sulle figure di Acquaroli e Ricci, entrambi nati nel 1974 e con solidi trascorsi amministrativi nella regione. Acquaroli, già sindaco di Potenza Picena e deputato della Repubblica, guida la regione dal 2020, quando si impose come primo presidente di centrodestra nelle Marche con una coalizione composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e altri alleati. Nel suo secondo mandato, il presidente uscente ha sottolineato i risultati ottenuti soprattutto nel campo della sanità regionale, con un aumento delle prestazioni e una riduzione significativa delle liste d’attesa nel 2025.

Il riconoscimento del suo operato si è riflesso nei dati di YouTrend, che già dalle prime sezioni scrutinate indicavano Acquaroli in vantaggio con oltre il 51% dei consensi, consolidando così la posizione del centrodestra nelle Marche. La coalizione guidata da Acquaroli ha inoltre potuto contare su una rete di liste civiche e partiti minori, come Base Popolare e Unione di Centro, che hanno contribuito a rafforzarne il consenso.
Matteo Ricci e il centrosinistra: una sfida serrata
Di contro, Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro per dieci anni e dal luglio 2024 europarlamentare per il Partito Democratico, ha raccolto un ampio fronte progressista, che spazia dal Pd al Movimento 5 Stelle, passando per Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva e Azione. Ricci ha affrontato la campagna elettorale puntando sulla riforma della sanità e sulla ricostruzione post sisma, temi caldi per la regione, ma la sua corsa è stata segnata anche da un’inchiesta giudiziaria su presunte irregolarità negli affidi durante il suo mandato da sindaco, che lui ha respinto definendosi estraneo ai fatti.
Nonostante il forte sostegno, l’elettorato del centrosinistra non è riuscito a ribaltare il quadro politico regionale, anche se i risultati hanno confermato la presenza di un elettorato diviso e un calo generalizzato dell’affluenza, attestata al 50,01%, quasi dieci punti in meno rispetto al 2020.
Affluenza e contesto politico
Il calo dell’affluenza – da oltre il 59% del 2020 a poco più del 50% nel 2025 – è stato oggetto di analisi da parte di esperti come Lorenzo Pregliasco, che ha sottolineato come la tornata elettorale precedente coincidesse con il voto su referendum e comunali in importanti centri, elementi che avevano aumentato la partecipazione. La distribuzione del voto ha visto la provincia di Pesaro Urbino e quella di Fermo prime per affluenza, mentre Ascoli Piceno e Macerata hanno registrato un’affluenza inferiore al 50%.
Nel frattempo, la coalizione di centrosinistra dovrà riflettere sul risultato e prepararsi alle sfide future, mentre Acquaroli si appresta a portare avanti il suo secondo mandato con l’obiettivo di completare le riforme avviate, in particolare quelle sanitarie e della ricostruzione post sisma, confermando l’impronta pragmatica e concreta che ha contraddistinto la sua amministrazione.






