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Home Politica

Draghi in Senato: “La svolta di Trump mette in dubbio la sicurezza dell’Ue”

by Redazione
19 Marzo 2025
Mario Draghi

Mario Draghi | Alanews.it

Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea e attuale consulente speciale della presidente della Commissione Europea, ha recentemente affrontato le sfide della sicurezza e della competitività dell’Unione Europea durante un intervento al Senato. Nel suo discorso, Draghi ha sottolineato come i recenti cambiamenti nella politica estera degli Stati Uniti, in particolare sotto la guida dell’ex presidente Donald Trump, abbiano sollevato interrogativi cruciali riguardo alla stabilità e alla sicurezza dell’Europa. La guerra in Ucraina ha reso evidente la minaccia russa, costringendo l’Europa a riconsiderare le proprie alleanze e strategie di difesa.

Un contesto internazionale in evoluzione

Il contesto internazionale è in continua evoluzione e le scelte politiche degli Stati Uniti influenzano profondamente la sicurezza globale. Draghi ha evidenziato come l’amministrazione Trump, con il suo approccio non convenzionale e le sue posizioni protezionistiche, abbia ridotto il supporto per le iniziative europee e abbia complicato il dialogo con i partner tradizionali. “La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio”, ha affermato Draghi. “Gli indirizzi della nuova amministrazione hanno drammaticamente ridotto il tempo disponibile per l’Europa, che è oggi più sola nei fori internazionali”, ha aggiunto.

Questa solitudine, secondo Draghi, non è solo un problema di geopolitica, ma si traduce anche in sfide economiche. Le aziende europee, e italiane in particolare, si trovano a fronteggiare costi energetici sempre più elevati, che compromettono la loro competitività rispetto ai rivali globali. “Costi dell’energia così alti pongono le aziende in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri”, ha dichiarato l’ex premier, sottolineando l’urgenza di una seria politica di rilancio della competitività europea.

Le tre sfide per l’Europa

Nella sua relazione, Draghi ha delineato tre sfide principali che l’Europa deve affrontare per rilanciarsi:

  1. Innovazione;
  2. Decarbonizzazione;
  3. Difesa.

Questi temi sono interconnessi e richiedono una risposta coordinata a livello europeo. Draghi ha proposto un investimento di 800 miliardi di euro, cifra che corrisponde a quanto la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha suggerito per il riarmo dei singoli Stati.

La questione energetica è particolarmente critica. Draghi ha sottolineato che l’Italia, con i suoi prezzi dell’elettricità all’ingrosso superiori rispetto ad altri Paesi europei, deve accelerare la transizione verso fonti rinnovabili. “Non possiamo unicamente aspettare le riforme a livello europeo”, ha esortato, evidenziando la necessità di semplificare gli iter autorizzativi per gli impianti rinnovabili. In questo modo, il Paese potrebbe ridurre i costi e, di conseguenza, stimolare la crescita economica.

La necessità di un’unità europea

Uno dei messaggi più forti di Draghi riguarda l’importanza di un’azione unitaria dell’Unione Europea. “Per far fronte a queste sfide, l’UE deve agire come se fosse un unico Stato”, ha affermato. Questo implica non solo una maggiore cooperazione in ambito militare, ma anche una ristrutturazione delle politiche economiche. Draghi ha infatti suggerito la creazione di una catena di comando per la difesa europea, capace di coordinare le risorse militari in modo più efficace e di ridurre la dipendenza dagli armamenti statunitensi, che attualmente rappresentano una porzione significativa degli acquisti europei.

In un contesto dove le relazioni internazionali sono sempre più tese, Draghi ha messo in guardia contro gli effetti delle politiche commerciali protezionistiche, in particolare quelle statunitensi. “I dazi, le tariffe e le altre politiche commerciali annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee”, ha osservato, sottolineando come questi provvedimenti possano minacciare i valori fondanti dell’Unione, come pace e prosperità.

Il dibattito sulla difesa comune

La questione della difesa comune è emersa come un tema cruciale. Draghi ha esortato a considerare il debito comune come una soluzione necessaria per garantire la sicurezza dell’Europa. “La difesa comune dell’Europa è un passaggio obbligato per utilizzare al meglio le tecnologie che dovranno garantire la nostra sicurezza”, ha affermato, avvertendo che senza un impegno collettivo, alcuni Stati membri potrebbero trovarsi a dover sacrificare spese sociali e sanitarie fondamentali.

Questo dibattito sulla difesa comune si inserisce in un contesto più ampio, dove la questione della sicurezza energetica e la transizione ecologica sono strettamente legate alla stabilità economica e sociale dell’Unione. Le misure per la decarbonizzazione, ad esempio, non solo contribuirebbero a ridurre le emissioni, ma potrebbero anche rappresentare un’opportunità di crescita per l’industria europea, stimolando l’innovazione e la creazione di posti di lavoro.

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