Venezia, 29 settembre 2025 – Continua a tenere banco la polemica nata intorno alla nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale del Teatro La Fenice di Venezia. Diverse voci si sono levate in queste ore, tra critiche, proteste e prese di posizione politiche, dopo che alcuni orchestrali hanno contestato pubblicamente la scelta, ritenendo il curriculum della giovane direttrice non adeguato alla prestigiosa carica.
La posizione di Salvatore Deidda: “Dipendenti scontenti lascino la Fenice”
Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera, ha espresso un giudizio netto sulla vicenda. “È pienamente legittimo esprimere le proprie idee e divergere dalle decisioni dell’amministrazione o del Sovrintendente”, ha dichiarato, “ma quello che non condividiamo sono i toni, la prepotenza e soprattutto le modalità con cui è stata attaccata la figura di Beatrice Venezi”. Deidda ha aggiunto che se alcuni abbonati rinunciano a causa della nomina di Venezi, “qualcun altro, dipendente, può rinunciare”.
In occasione di un incontro con il Ministro della Cultura, Deidda ha annunciato l’intenzione di proporre un provvedimento per la partecipazione degli orchestrali alla gestione economica del Teatro, “seguendo il modello approvato con la Cisl”. Dopo la manifestazione di protesta organizzata dagli orchestrali il 27 settembre, il deputato si è detto convinto che i lavoratori vogliano non solo una voce in capitolo, ma anche “partecipare direttamente alle spese e al finanziamento del prestigioso teatro con qualche loro indennità”.
Le reazioni sindacali e politiche
La segreteria generale della Cgil Venezia, tramite il segretario Daniele Giordano, ha definito “inaccettabili” le dichiarazioni di Deidda, accusandole di mostrare “senza veli la visione del Governo sui luoghi della cultura”. Giordano ha condannato l’ipotesi che i dipendenti debbano lasciare il teatro per dissenso politico, definendola “una grave posizione di regime”. Ha inoltre sottolineato che i lavoratori hanno espresso le loro opinioni “nelle sedi legittime” e che rispondere con richieste di partecipazione alle spese significherebbe minacciare il diritto di parola.
Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, si è espresso sulle polemiche, sottolineando che “non sono mai un bel biglietto da visita per La Fenice”. Zaia ha osservato come, probabilmente, se Venezi non fosse stata donna, giovane e avvenente, le critiche sarebbero state diverse. Ha inoltre respinto le insinuazioni riguardanti la sua amicizia con la premier Giorgia Meloni, affermando che non si tratta di una colpa.
Il sindaco di Venezia e presidente del Consiglio di indirizzo della Fenice, Luigi Brugnaro, ha dichiarato che intende ascoltare tutte le parti in causa per cercare una soluzione, definendosi “una persona di dialogo”. Ha definito prematuro schierarsi, evidenziando che “gli animi si sono molto scaldati” ma che “ascoltando tutti si arriverà a qualcosa di buono”.
Sul fronte politico, il Partito Democratico ha invitato il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, a “moderare i toni” e a evitare “polemiche sguaiate”, rigettando la sua accusa di “razzismo culturale ideologico” verso Venezi. Al contrario, Mollicone ha difeso la direttrice d’orchestra, evidenziandone il curriculum internazionale e la battaglia culturale per inserire la musica classica nei programmi scolastici, criticando l’ostruzionismo della sinistra nei confronti di nuove leve giovani e competenti.
La nomina di Beatrice Venezi come direttrice musicale della Fenice, annunciata il 22 settembre 2025, ha dunque scatenato un acceso dibattito che coinvolge sindacati, politica e istituzioni culturali, con posizioni contrapposte sulla legittimità e sulle modalità delle critiche rivolte alla giovane direttrice d’orchestra.
Per approfondire: Beatrice Venezi nominata nuova direttrice musicale del Teatro la Fenice e scoppiano le polemiche: ma perché?


