Napoli, 2 settembre 2025 – Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, torna a farsi sentire con dichiarazioni nette sul panorama politico nazionale e regionale, toccando temi caldi come la democrazia, il Partito Democratico, l’inceneritore di Acerra e la gestione politica del figlio Piero. In occasione della pubblicazione del suo libro ‘La sfida’ (edito da Piemme), De Luca offre un’analisi critica e schietta, che spazia dalla crisi della democrazia rappresentativa all’attuale situazione del centrosinistra italiano.
De Luca, la crisi della democrazia e il ruolo del Pd
Nel suo libro, De Luca mette in guardia sull’ipotetica “estinzione della democrazia” come l’abbiamo conosciuta finora, evidenziando come il suffragio universale sia ormai diventato un “voto di minoranza“. Il governatore afferma che “milioni di cittadini non considerano più indispensabile il regime democratico“, e sottolinea l’urgenza di una profonda sburocratizzazione dello Stato e di una maggiore efficienza nei processi decisionali, altrimenti si rischiano forme di “nuovo autoritarismo“. In questo contesto, cita come esempio l’ascesa di Donald Trump, definendo il suo modello di governo come un tentativo di superare i vincoli democratici per favorire un sistema decisionale più rapido e concentrato.
Parlando del Partito Democratico, De Luca non risparmia critiche severe: “Il Pd ha smarrito le ragioni originarie della sua nascita” e ha abbandonato il suo ruolo di partito radicato nei territori e portatore di un serio programma riformatore. L’attuale partito si presenta a volte come “il peggio del centralismo democratico e del correntismo doroteo“. Per De Luca, è fondamentale rilanciare un rapporto con il mondo cattolico, il movimento sindacale e i settori produttivi come il commercio e l’artigianato, per costruire una “grande forza riformista moderna” che sappia parlare alla maggioranza degli italiani.
La vicenda politica familiare e la difesa di Piero De Luca
Non manca un passaggio sulle polemiche legate al figlio, Piero De Luca, deputato e figura di spicco del Pd campano, recentemente indicato anche da Elly Schlein per un ruolo chiave all’interno del partito regionale. Il presidente della Campania difende il figlio con toni duri, dichiarando di provare “disprezzo per la cafoneria” di chi attacca la sua famiglia. Ricorda che Piero ha scelto da tempo di essere un “emigrante” lavorando undici anni presso la Corte di Giustizia in Lussemburgo, vincendo concorsi e pubblicando studi di diritto comunitario. “Non ha bisogno di vivere di politica“, sottolinea De Luca, chiedendo che venga rispettata la sua storia personale e la sua militanza venticinquennale.
Inoltre, De Luca attacca duramente i cosiddetti cacicchi del Pd, coloro cioè che detengono ruoli nazionali senza alcun radicamento territoriale o sociale e senza aver mai conquistato consensi uno a uno. Queste figure, secondo il presidente campano, pretendono di “decidere della vita degli altri” senza meritocrazia e partecipazione reale.
Il Sud, l’inceneritore di Acerra e la sfida energetica
Rispetto al Mezzogiorno, De Luca riconosce alcuni “risultati interessanti” ma avverte che la situazione strutturale resta critica. Senza un impegno unitario e corale di tutto il Paese, il Sud rischia un “lento declino“. Su un tema molto dibattuto come quello del termovalorizzatore di Acerra, oggetto di proposta di chiusura da parte di Roberto Fico, De Luca è categorico: “L’inceneritore sta bene dove si trova“. Per il presidente campano l’autonomia energetica rimane una questione strategica fondamentale per lo sviluppo industriale italiano. Serve un “dibattito pubblico ampio e trasparente” sulla ricerca e sulle politiche energetiche future, ma senza rinunciare a infrastrutture consolidate come il termovalorizzatore.
Infine, sul futuro del centrosinistra, De Luca si dice favorevole a un’alleanza politica ampia e credibile, come quella che sta costruendo la segretaria del Pd. Respinge però l’idea di “federatori” e rimarca la necessità di concentrarsi su “cose serie“, evitando confusioni e sovrapposizioni politiche improduttive.
Profilo politico e biografico di Vincenzo De Luca
Nato a Ruvo del Monte (Potenza) nel 1949, Vincenzo De Luca è oggi una delle figure più influenti del panorama politico campano e nazionale. Laureato in filosofia all’Università di Salerno con una tesi su Antonio Gramsci, ha iniziato la carriera politica giovanissimo aderendo al PCI nel 1969. È stato segretario provinciale del PCI e poi dei Democratici di Sinistra a Salerno.
De Luca è stato più volte sindaco di Salerno, ruolo che ha ricoperto con interruzioni dal 1993 al 2015, affermandosi come uno dei sindaci più longevi e riconosciuti d’Italia. Dal 2015 è presidente della Regione Campania, eletto con un ampio consenso. Ha inoltre ricoperto incarichi parlamentari come deputato e sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Letta.
Politicamente, De Luca è noto per il suo stile diretto e a volte spigoloso, che gli ha valso il soprannome di “Lo Sceriffo”. La sua azione è spesso caratterizzata da un approccio pragmatico e deciso, con particolare attenzione alle politiche di sviluppo territoriale e alla lotta alla burocrazia.
Roberto Fico e la controversia sull’inceneritore di Acerra
Ex presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico è stato protagonista di un acceso dibattito politico con De Luca sul destino del termovalorizzatore di Acerra. Fico, esponente di spicco del Movimento 5 Stelle, aveva proposto la chiusura dell’inceneritore, suscitando reazioni forti da parte del presidente campano.
Nato a Napoli nel 1974 e laureato in Scienze della comunicazione, Fico ha avuto una carriera politica in rapida ascesa nel M5S, ricoprendo incarichi chiave come la presidenza della Commissione di Vigilanza Rai e della Camera dei deputati. È conosciuto per le sue posizioni progressiste su temi sociali e per la sua attenzione alla trasparenza e al pluralismo politico.
La divergenza sul termovalorizzatore riflette le diverse visioni sul modello di sviluppo energetico e ambientale della Campania e dell’Italia, con De Luca che difende la continuità operativa dell’impianto e Fico che spinge per un cambiamento radicale.

