Napoli, 13 giugno 2025 – Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha lanciato un allarme grave e diretto sulla situazione internazionale nel suo consueto appuntamento social del venerdì, esprimendo preoccupazione per il possibile avvicinarsi di un conflitto mondiale.
De Luca: “Scivoliamo verso una guerra mondiale”
De Luca ha dichiarato: “Credo che un passo alla volta ci stiamo avvicinando a una situazione di non ritorno sul piano mondiale, nella quale il panorama diventa talmente complicato e aggrovigliato di tensioni e odio da determinare quasi per forza d’inerzia uno scivolare verso la guerra”. Il riferimento è ai recenti bombardamenti israeliani su siti militari e centrali nucleari, azioni attribuite a Israele con l’obiettivo di ridurre le capacità militari dell’Iran.
Il governatore campano si interroga sul diritto di Israele di intervenire militarmente contro l’Iran, sottolineando le dichiarazioni di Netanyahu secondo cui l’operazione militare durerà diverse settimane, con inevitabili morti e feriti, ma senza cambiare la situazione di fondo. De Luca ricorda come Israele sia uno dei pochi paesi al mondo dotato di armi nucleari – si parla di circa 100 bombe termonucleari – e denuncia la posizione israeliana, che non intende più riconoscere uno Stato palestinese e sta distruggendo Gaza.
Secondo De Luca, questa situazione porterà a conseguenze drammatiche: “La prima il genocidio di un popolo. La seconda sarà la diffusione su scala mondiale di forme di terrorismo con attentati e bombe”. Aggiunge inoltre che prima o poi queste armi nucleari verranno utilizzate, evidenziando una visione cupa e allarmante del futuro.
Appello e riflessioni sul futuro
Concludendo il suo intervento, De Luca afferma: “Saremo ricordati come quelli che hanno lasciato ai figli un mondo dove non poter vivere. Prepariamoci a fare un po’ di più la nostra parte”, esortando a un impegno maggiore per affrontare le sfide globali.
Le parole di De Luca si inseriscono in un contesto internazionale segnato da tensioni crescenti, conflitti regionali e un clima geopolitico sempre più instabile, con rischi concreti di escalation militare su scala globale.






