La segretaria del PD, Elly Schlein, ha attaccato duramente la premier Meloni sulla questione dei dazi e non solo: ecco cosa ha detto
L’attuale clima politico italiano si infiamma a seguito delle dure critiche rivolte dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in merito alla gestione della politica commerciale internazionale e alle scelte interne del governo. Ecco le sue parole sulla questione dei dazi.
Schlein attacca Meloni sui dazi e sulla politica militare
Intervistata dal Corriere della Sera, Elly Schlein ha definito “imbarazzante” la posizione della premier sui dazi, sottolineando come l’incertezza manifestata negli ultimi mesi rappresenti un grave ostacolo per lo sviluppo economico del Paese. “Bisogna saper dire di no anche agli alleati quando sbagliano. È in gioco l’interesse nazionale, che Meloni sta danneggiando anche su altri fronti per incapacità di opporsi ai suoi alleati ideologici”, ha affermato la segretaria dem.
In particolare, Schlein ha criticato la decisione del governo di concedere l’esenzione delle grandi aziende tecnologiche americane dalla tassa minima globale, giudicandola una scelta dettata da un’ideologia che danneggia l’Italia. Un altro fronte di critica riguarda l’aumento della spesa militare al 5% del PIL: “Questo governo sta già tagliando la sanità pubblica senza ammetterlo, e l’aumento della spesa militare rischia di tradursi in ulteriori tagli su welfare, scuola e pensioni”, ha spiegato Schlein.
Sul piano industriale, la segretaria del Pd ha denunciato la mancanza di politiche industriali concrete da parte dell’esecutivo Meloni, evidenziando 25 mesi consecutivi di calo della produzione e un drastico taglio, dell’80%, delle risorse per il settore automobilistico stanziate dal precedente governo Draghi. In risposta, il Partito Democratico organizzerà l’11 e 12 luglio una due giorni dedicata alle politiche industriali per proporre un piano alternativo.
Il contesto internazionale e le tensioni con gli alleati
Le critiche di Schlein si inseriscono in un contesto di forte tensione tra Italia, Stati Uniti ed Europa. Giorgia Meloni ha recentemente espresso accordo con il vicepresidente Usa JD Vance sull’importanza degli Stati Uniti come “primo alleato” dell’Italia, liquidando come “infantile” l’idea di una scelta netta tra Washington e Bruxelles. Tuttavia, tale posizione ha scatenato dure reazioni dall’opposizione, che accusa la premier di subordinare l’interesse nazionale a quello americano, definendola un “cavallo di Troia” dell’amministrazione statunitense, in particolare sotto la presidenza di Donald Trump.
In questo quadro si collocano le parole forti di Donald Trump sui dazi, che hanno ulteriormente complicato la posizione del governo italiano, con il leader Usa che ha deriso i tentativi di negoziazione da parte di altri Paesi e ha parlato di “baciamenti” rivolti a lui da parte di alcuni leader internazionali. Schlein ha replicato accusando Meloni di “abbassare la testa” di fronte agli insulti internazionali, mettendo a rischio la credibilità del Paese.
La situazione ha provocato anche un acceso dibattito all’interno della maggioranza, con Matteo Salvini che difende la linea del governo puntando sul “buonsenso” e sul dialogo, mentre l’opposizione resta compatta nel condannare l’attuale politica estera ed economica dell’esecutivo.






