Roma, 30 luglio 2025 – Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha espresso forte preoccupazione sul tema dei dazi commerciali tra Italia e Stati Uniti, sottolineando come questo problema non riguardi solo le imprese ma anche i lavoratori. Le sue dichiarazioni sono arrivate al termine del tavolo di confronto tra Confindustria e sindacati, durante il quale si è discusso delle politiche industriali e delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti.
Dazi, delocalizzazioni e politiche industriali
Landini ha ribadito che il nodo dei dazi è strettamente connesso alle delocalizzazioni, contro le quali si è detto contrario: “Diciamo no alle delocalizzazioni negli Stati Uniti“. Secondo il leader sindacale, la vera soluzione deve venire da una politica industriale chiara e mirata, non da un utilizzo indiscriminato e dispersivo di fondi pubblici come quelli del Pnrr e dei fondi di coesione. Landini ha inoltre denunciato la mancanza di una visione strategica a livello italiano ed europeo, evidenziando che l’accordo sui dazi appare più come un’accettazione delle condizioni imposte dall’amministrazione Trump, piuttosto che un’effettiva trattativa.
Ha inoltre sottolineato come nell’accordo non siano stati tassati i grandi colossi multinazionali né le attività digitali, e come ci siano versioni discordanti tra Stati Uniti e governo italiano rispetto ai termini dell’intesa.
Tavoli di confronto e altri temi sul tavolo
Il segretario della CGIL ha annunciato che sono stati fissati altri due incontri con Confindustria per il mese di settembre, in cui si affronteranno ulteriori questioni cruciali per il mondo del lavoro. Tra questi, la salute e sicurezza sul lavoro, la rappresentanza sindacale, la semplificazione e la riduzione del numero dei contratti, oltre agli investimenti in formazione.
Le parole di Landini si inseriscono in un contesto di tensione sociale più ampio, come dimostrato dalle recenti manifestazioni e scioperi generali, in particolare a Bologna, dove migliaia di lavoratori sono scesi in piazza per protestare contro la manovra economica e chiedere maggiori tutele e diritti. Landini ha ribadito con forza la necessità di una mobilitazione continua per difendere i lavoratori, precari e non, da politiche che rischiano di allargare le disuguaglianze.
In questo quadro, il dialogo con le imprese e il governo rimane centrale, ma Landini sottolinea che serve più concretezza e una visione strategica chiara, altrimenti si rischia solo di subire le scelte di altri attori internazionali senza tutelare adeguatamente il lavoro e l’industria italiana.






