Roma, 24 luglio 2025 – Il Ministero dell’Interno sottolinea come il sistema di accoglienza dei migranti, ereditato negli anni passati, abbia rappresentato un costo elevatissimo per l’Italia. Nel 2022, la spesa quotidiana ha superato i 4 milioni di euro, con una tendenza al rialzo negli anni precedenti. Una questione di sostenibilità economica e gestionale che ha spinto il Viminale a promuovere protocolli innovativi e partnership internazionali, in particolare con l’Albania, considerato un modello virtuoso per l’Europa.
Il Protocollo Italia-Albania: un modello europeo di gestione migratoria
Il protocollo siglato tra Italia e Albania rappresenta un passo avanti significativo nella gestione dei flussi migratori. Fonti del Viminale evidenziano che questa collaborazione ha permesso di creare centri dedicati in territorio albanese, come il Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Gjader, utili a ridurre i costi di accoglienza e ad accelerare le procedure di rimpatrio.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, durante il Consiglio informale Giustizia e Affari Interni a Copenaghen, ha definito i centri in Albania come precursori dei futuri return hub europei previsti dal nuovo regolamento sui rimpatri, che entrerà in vigore il prossimo anno. Questi hub, basati su una stretta collaborazione con Paesi terzi sicuri, possono rappresentare un efficace deterrente contro gli ingressi irregolari in Europa.
La premier Giorgia Meloni ha ribadito l’importanza del protocollo in un intervento alla Conferenza dei prefetti e questori, sottolineando la necessità di controlli rigorosi e rimpatri più efficaci. “In Italia si entra solo legalmente“, ha affermato, evidenziando come la gestione attenta e selettiva dei flussi migratori sia essenziale per garantire sicurezza, integrazione e rispetto dello stato di diritto.
Costi e criticità del passato: da Mare Nostrum al nuovo approccio
Il Viminale ricorda come in passato operazioni come Mare Nostrum abbiano comportato costi enormi – oltre 310.000 euro al giorno – senza riuscire a garantire un modello sostenibile ed efficace. Nel 2013-2014, più di 100.000 migranti irregolari sono arrivati in Italia in meno di un anno, con un impatto economico e sociale rilevante.
Oggi, invece, l’Italia adotta un modello basato sul principio di responsabilità, selettività e controllo rigoroso delle frontiere nel rispetto delle normative internazionali. Questo approccio mira a ridurre la pressione migratoria, agevolare la valutazione delle richieste di protezione internazionale e velocizzare i rimpatri, anche grazie alla cooperazione con paesi come l’Albania.






