Roma, 24 luglio 2025 – Il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) ha approvato a maggioranza la pratica a tutela del sostituto procuratore della Cassazione Raffaele Piccirillo, oggetto di critiche da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio in seguito alla sua intervista sul controverso caso Almasri. La discussione sull’argomento ha visto una netta divisione tra i componenti del CSM, con cinque voti contrari provenienti dai laici di centrodestra e un’astensione tra i togati.
Caso Almasri, la votazione al CSM e il contesto politico
La pratica a tutela di Piccirillo è stata approvata nonostante le resistenze dei consiglieri laici di centrodestra Aimi, Bertolini, Bianchini, Eccher e Giuffrè, che avevano precedentemente abbandonato l’aula nel tentativo di far saltare il plenum per mancanza del numero legale. Oggi, pur disertando il dibattito, hanno partecipato al voto, probabilmente per evitare rinvii su altre delibere. Tra i togati, unica astenuta è stata Bernadette Nicotra, che non aveva firmato la richiesta di apertura della pratica a tutela.
Questa decisione si inserisce in un clima di tensione tra il mondo della magistratura e il ministero della Giustizia, soprattutto in relazione alle polemiche sorte dopo l’intervista di Piccirillo sul caso Almasri, che ha coinvolto la magistratura italiana a livello internazionale.
Chi è Raffaele Piccirillo e il suo ruolo nella Giustizia
Nato a Portici (Napoli), Raffaele Piccirillo è un magistrato di lungo corso con una significativa esperienza nel settore dell’anticorruzione e nella gestione di incarichi di rilievo all’interno del ministero della Giustizia. Dal 2021 ricopre il ruolo di Capo di Gabinetto del Ministero della Giustizia, con un passato che lo ha visto protagonista come sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione e come direttore generale per gli affari penali.
Il suo impegno nella lotta alla corruzione e la sua posizione istituzionale rendono particolarmente rilevante la decisione del CSM di difenderlo dalle critiche politiche, sottolineando l’autonomia e la tutela dei magistrati nei confronti di ingerenze esterne.
L’approvazione della pratica a tutela del magistrato Piccirillo rappresenta un passaggio significativo nel delicato equilibrio tra magistratura e politica, in un contesto segnato dalla complessa vicenda giudiziaria di Usama al-Maṣrī Nağīm, noto come Almasri, e dalle conseguenti implicazioni istituzionali e internazionali.
La delibera del Csm e le parole di Nordio
Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha espresso una dura presa di posizione in merito alle recenti dichiarazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, riguardanti l’intervista rilasciata dal magistrato Piccirillo sul caso Almasri, che ha suscitato forte attenzione e polemiche. In una delibera approvata dal plenum, il Csm ha evidenziato la gravità delle affermazioni del ministro per il loro potenziale impatto negativo sulla fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario.
Il Csm ha sottolineato che le dichiarazioni del ministro della Giustizia sono “idonee a condizionare il sereno e indipendente esercizio della giurisdizione” e ha ribadito la necessità di tutelare il prestigio dell’ordine giudiziario. Nel testo della delibera si legge infatti che il Consiglio “rinnova il richiamo al rispetto dei principi di autonomia, indipendenza e leale collaborazione tra i poteri dello Stato“. Tale presa di posizione arriva in risposta alle critiche mosse da Nordio nei confronti del magistrato Piccirillo, autore di un’intervista sul caso relativo a Osama Elmasri Njeem, il generale libico coinvolto in crimini di guerra e contro l’umanità, recentemente rilasciato dalle autorità italiane.






