Roma, 12 novembre 2025 – Nel corso del question time alla Camera, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso un giudizio netto sull’evoluzione del conflitto in Ucraina, sottolineando la difficoltà che la situazione possa migliorare nel breve termine, nonostante il continuo supporto militare internazionale.
Crosetto: “In Ucraina conflitto senza miglioramenti all’orizzonte”
Durante un intervento a margine della seduta d’Aula, Crosetto ha ribadito che “la situazione in Ucraina non migliora di sicuro ed è difficile pensare che possa migliorare, indipendentemente dagli aiuti militari”. Il ministro ha evidenziato come per il presidente russo Vladimir Putin “il tempo e i morti non contano mentre per tutto il resto del mondo sì”, mettendo in guardia l’Europa sulla complessità del conflitto.
Queste parole arrivano nel contesto del 1.300° giorno di guerra, caratterizzato da una crescente escalation di attività militari, tra cui attacchi con droni russi che colpiscono infrastrutture critiche non solo in Ucraina, ma anche in Paesi alleati come Polonia e Romania. Le tensioni si riflettono anche nelle esercitazioni militari congiunte tra Mosca e Minsk, che si sono estese fino all’oblast di Kaliningrad, provocando preoccupazioni sulla sicurezza del fianco orientale della NATO.
Il conflitto vede un continuo cambio di strategia da parte di Kiev, che ha intensificato gli attacchi contro l’energia russa nel tentativo di indebolire Mosca, mentre l’Unione Europea e la NATO lavorano per rafforzare le difese comuni di fronte alle minacce crescenti, come confermato dall’Alta rappresentante UE Kaja Kallas.
Impegni e prospettive per la spesa militare italiana
Nel corso del question time alla Camera, Crosetto ha affrontato anche il tema degli impegni italiani sulla spesa per la Difesa, garantita dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il ministro ha confermato che, una volta terminata la procedura per deficit eccessivo, “già da quest’anno e per i prossimi anni saranno incrementate le risorse per la Difesa secondo i parametri stabiliti”: un aumento dello 0,15% del PIL nel 2026 e 2027, seguito da un ulteriore 0,20% nel 2028, come previsto dal documento approvato dalla Camera.
Crosetto ha inoltre sottolineato che l’investimento nella Difesa italiana non è motivato solo dagli impegni internazionali, ma dalla necessità di prepararsi a “qualunque possibile scenario eventuale” nel quadro della complessa situazione geopolitica attuale.
Il ministro ha anche precisato che, pur essendo l’Italia uno dei principali contributori della NATO sul fianco est, il Paese mantiene una posizione di prudenza sui possibili incrementi di impegno militare, in attesa di richieste formali da parte dell’Alleanza.
La nuova arma cyber: una risposta integrata alla guerra ibrida
Il ministro Crosetto ha sottolineato come la dimensione cyber sia ormai un vero e proprio dominio operativo della sicurezza nazionale. Difenderla efficacemente richiede capacità tecniche delicate, un presidio costante e una struttura integrata che possa operare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno.
“È qui che prende forma l’idea di una Arma cyber nazionale con una componente civile e militare in grado di operare continuativamente”, ha dichiarato Crosetto, precisando che si partirà con una forza iniziale di circa 1.200-1.500 unità, in larga parte operative. L’obiettivo è però quello di ampliare l’organico fino a renderlo pienamente autonomo e in grado di agire efficacemente su tutto lo spettro delle minacce digitali.
Questa forza, ha spiegato il ministro, dovrà integrare competenze tecniche avanzate, intelligenza digitale, capacità di contrasto immediato e resilienza operativa. Inoltre, sarà fondamentale garantire percorsi di formazione continua per gli specialisti civili e militari allo scopo di trattenere competenze strategiche e creare una struttura nazionale della sicurezza digitale all’avanguardia a livello mondiale.
Parallelamente alla creazione dell’arma cyber, Crosetto ha annunciato la predisposizione di un documento di lavoro da mettere a disposizione del Parlamento con le direttive normative e operative per rendere la difesa italiana più moderna, efficace e pronta a contrastare le minacce ibride. Tra le altre misure previste c’è la costituzione di un centro di guerra ibrida dedicato al contrasto della guerra cognitiva e informativa, nonché l’aggiornamento del quadro normativo per consentire posture di difesa più tempestive e coerenti con i nuovi scenari.
Sicurezza, deterrenza e riorganizzazione delle forze armate
Il piano del ministro Crosetto si inserisce in una strategia più ampia di rafforzamento della sicurezza nazionale. In ambito Nato e con l’Unione europea, il governo italiano intende promuovere strategie comuni per rafforzare la resilienza democratica e cognitiva e per coordinare le risposte agli attacchi di natura ibrida.
Sul fronte operativo, Crosetto ha espresso anche la volontà di rivedere l’impiego delle forze armate nelle missioni di sicurezza interna come l’operazione Strade Sicure. Secondo il ministro, i militari impiegati in questo tipo di attività dovrebbero progressivamente tornare a svolgere il loro compito principale, lasciando spazio alle forze di polizia e prevedendo l’introduzione di figure professionali specifiche, come i carabinieri ausiliari della riserva volontaria, per garantire un presidio efficiente e dedicato alla sicurezza delle strade e delle stazioni.






