Roma, 4 ottobre 2025 – Al suo rientro all’aeroporto di Fiumicino, il senatore del Movimento 5 Stelle Marco Croatti ha raccontato l’esperienza vissuta durante la partecipazione alla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria internazionale partita nel tentativo di rompere il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza.
Le difficoltà vissute a bordo della Flotilla
“Sono stremato. Non chiudo occhio da due giorni”, ha dichiarato Croatti in un’intervista a La Stampa. Il senatore ha descritto una situazione di isolamento completo: “La marina israeliana ha fatto saltare la connessione internet e non avevamo campo sul cellulare. Eravamo tagliati fuori dal mondo”. Durante le operazioni di abbordaggio, gli uomini dell’esercito israeliano hanno bloccato le navi in testa alla Flotilla, utilizzando idranti per disabilitare alcune imbarcazioni e salendo a bordo con mitra in mano, “spaccando con il calcio dell’arma la telecamera che avevamo fissato”. Croatti ha perso il cellulare in quella fase e ha raccontato di essere stato detenuto insieme ad altri 21 partecipanti in una camionetta per ore, privati di passaporti, zaini e persino dei medicinali necessari a persone con patologie croniche.
Il contesto della Global Sumud Flotilla e l’impegno umanitario
La Global Sumud Flotilla è la più grande iniziativa civile mai organizzata per portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, duramente colpita da una carestia riconosciuta ufficialmente dall’Integrated Food Security Phase Classification. L’iniziativa coinvolge attivisti da 44 paesi e si propone di rompere il blocco navale e di fornire viveri e medicinali, oltre a lanciare un messaggio di resistenza nonviolenta e solidarietà internazionale. La parola araba “Sumud” incarna il concetto di perseveranza e radicamento, simbolo della volontà di sostenere Gaza nonostante le difficoltà.
Il senatore Croatti ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione sulle condizioni dei detenuti italiani in Israele e di garantire la loro tutela. La missione, partita da diversi porti del Mediterraneo tra cui Genova e Barcellona, ha visto la partecipazione di decine di imbarcazioni e migliaia di persone, con una mobilitazione senza precedenti che ha coinvolto anche personalità pubbliche e rappresentanti istituzionali, tra cui cinque politici italiani.
Benedetta Scuderi: dal Parlamento europeo alla missione umanitaria sulla Flotilla
Dopo un’esperienza intensa e complessa, Benedetta Scuderi, europarlamentare per il gruppo Verdi/ALE e figura emergente del partito Europa Verde, racconta il ritorno alla normalità dopo quasi venti giorni trascorsi a bordo della Global Sumud Flotilla, la spedizione umanitaria che ha sfidato il blocco navale imposto da Israele sulla Striscia di Gaza. Arrestata insieme ad altri parlamentari italiani e attivisti, Scuderi è stata liberata e rimpatriata nei giorni scorsi, portando con sé un’esperienza che segna un nuovo capitolo nel suo impegno politico e umanitario.
Originaria di Agropoli, classe 1991, Benedetta Scuderi è entrata al Parlamento europeo nel luglio 2024, dopo una carriera accademica di spicco con una laurea magistrale in giurisprudenza presso l’Università Roma Tre e master in sostenibilità ed energia all’Università Bocconi e in politiche pubbliche all’UCL di Londra. La sua attività politica si è sempre contraddistinta per l’impegno ambientalista e sociale, maturato anche attraverso la fondazione dei Giovani Europeisti Verdi e la leadership nella Federazione dei Giovani Verdi Europei.
Nel settembre 2025, Scuderi ha partecipato attivamente alla Global Sumud Flotilla, un’iniziativa coordinata per rompere il blocco navale sulla Striscia di Gaza e portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese. La missione, caratterizzata da momenti di tensione e difficoltà – come la mancanza di acqua dolce e condizioni di vita spartane – si è conclusa con l’arresto dei partecipanti da parte delle autorità israeliane nel porto di Ashdod, seguita dalla loro successiva liberazione e rimpatrio.
La missione: impegno, sacrificio e resistenza
Durante la spedizione, Scuderi ha sottolineato la durezza dell’esperienza: “Una doccia con acqua dolce era un lusso impensabile dopo quasi venti giorni in mare con solo acqua salata“. Il cibo cinese a bordo ha rappresentato un piccolo conforto, una forma di comfort food capace di alleviare la fatica e mantenere alto il morale. Nonostante le difficoltà, l’eurodeputata ha ribadito la convinzione che la missione abbia avuto un valore morale e politico imprescindibile, testimoniando una forma di attivismo che unisce il rigore politico alla dimensione umanitaria.
L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di impegno europeo e globale per i diritti umani e la giustizia sociale, sottolineando il ruolo crescente dei giovani politici ambientalisti e progressisti come Scuderi, che con la loro azione intendono dare voce a cause spesso marginalizzate nelle agende politiche tradizionali.






