È stato ufficialmente firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto Istruzione relativo al triennio 2022-2024, un risultato definito “storico” dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. La firma, avvenuta presso l’ARAN, sancisce un importante passo avanti nella valorizzazione del personale scolastico italiano, che comprende circa 1,3 milioni di dipendenti, di cui 850mila docenti.
Contratto istruzione: stanziamenti economici e aumenti salariali
L’accordo prevede uno stanziamento complessivo di 240 milioni di euro provenienti dal Ministero, che consentirà di erogare una una tantum a favore di docenti e personale ATA. Contestualmente, il rinnovo contrattuale determina il riconoscimento di arretrati che ammontano a 1.948 euro per i docenti e 1.427 euro per gli Ata. Considerando anche gli arretrati previsti per il prossimo contratto 2025-2027, si arriverà a un totale di circa 2.500 euro per i docenti e oltre 1.830 euro per il personale ATA.
Ulteriori risorse sono state stanziate nella legge di bilancio, con 170 milioni di euro destinati alla detassazione del salario accessorio. Questo si traduce in una ulteriore una tantum di 140 euro per il personale scolastico. Inoltre, il taglio del cuneo fiscale porterà un incremento stipendiale fino a 850 euro annui per la maggior parte dei docenti. Tra le novità anche l’aumento del bonus mensile per le lavoratrici madri, portato a 60 euro.
Il ministro Valditara ha voluto sottolineare l’introduzione di una nuova politica di welfare per la scuola, con l’avvio a gennaio 2026 di una assicurazione sanitaria con rimborsi fino a 3.000 euro l’anno. Questa nuova copertura si aggiunge all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, precedentemente a carico dei lavoratori.
Reazioni della CISL e prospettive future
La firma del contratto ha ricevuto un’accoglienza positiva da parte della CISL Scuola, il sindacato più rappresentativo del settore. Ivana Barbacci, segretaria generale della CISL Scuola, ha espresso grande soddisfazione per il risultato: “Non avrebbe avuto senso perdere altro tempo rinviando la chiusura di un contratto scaduto, soprattutto quando non vi erano margini realistici per ottenere condizioni migliori”. Barbacci ha inoltre evidenziato l’importanza di questa scelta, che ora apre la strada al rinnovo del contratto per il triennio 2025-2027.
Il sindacato ha accolto con favore l’impegno assunto dalle parti per avviare subito il negoziato per il prossimo rinnovo, un passaggio considerato fondamentale per continuare a valorizzare tutte le professionalità della scuola italiana. La dichiarazione congiunta firmata dalle parti conferma la volontà di accelerare i tempi, sottolineata anche dal recente atto di indirizzo della Funzione Pubblica. Sempre nelle ultime ore, il ministro per la Pubblica Amministrazione, Giorgio Zangrillo, ha dichiarato l’intenzione di rinnovare tutti i contratti pubblici entro il 2026.
La CISL Scuola, guidata da Ivana Barbacci, confermata alla segreteria generale nell’VIII Congresso Nazionale del giugno 2025 a Trieste, continuerà a vigilare sull’effettiva traduzione delle promesse in azioni concrete, anche in tema di welfare e riconoscimenti economici. Nel suo intervento al congresso, la leader sindacale aveva già richiamato la necessità di un contratto che restituisca dignità e valore a chi lavora nella scuola, con incentivi per chi opera nelle situazioni più difficili e un sistema di reclutamento da rivedere per superare definitivamente il problema del precariato.






