Roma, 19 maggio – Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha criticato il piano di riarmo dell’UE e degli Stati Uniti, affermando che si privilegia la produzione di carri armati e missili invece di investire nella transizione ecologica. Conte avverte: “Stiamo seguendo scelte ideologiche precise”
Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha recentemente affrontato delle questioni cruciali durante un convegno alla Camera dei Deputati, intitolato “2015 – 2025, dieci anni dalla legge ecoreati: bilanci e prospettive”. In un contesto internazionale caratterizzato da tensioni geopolitiche crescenti, il leader politico ha espresso preoccupazione per la scelta dell’Unione europea di puntare al riarmo e anche per la volontà degli Stati Uniti di voler tornare a fare affidamento sul carbone.
Il piano di riarmo europeo
Conte ha esordito evidenziando come il piano di riarmo europeo, che prevede investimenti per circa 800 miliardi di euro, rappresenti una scelta deliberata piuttosto che una necessità imposta dall’esterno. “Questi fondi potrebbero e dovrebbero essere utilizzati per la transizione ecologica,” ha affermato, “invece assistiamo a una conversione industriale finalizzata alla produzione di armi”. La preoccupazione principale di Conte è che una tale direzione possa compromettere gli sforzi per un futuro sostenibile e alimentare un circolo vizioso di produzione e utilizzo di armamenti.
Il ritorno al carbone negli Stati Uniti
La critica si estende anche al contesto americano, dove il ritorno al carbone viene visto come un passo indietro rispetto agli impegni di sostenibilità ambientale. “Quando produci una quantità così elevata di armamenti”, ha continuato Conte, “si crea una pressione per il loro utilizzo. Questo porta a interrogarsi su quale sia il futuro che stiamo costruendo”. Le sue parole risuonano come un campanello d’allarme in un’epoca in cui le sfide climatiche richiederebbero un approccio radicalmente diverso.
Conseguenze a lungo termine
In questo scenario, il discorso di Conte si allinea con le preoccupazioni di molti esperti di politica internazionale e sostenibilità, che avvertono che il militarismo e il compromesso ecologico potrebbero portare a conseguenze devastanti a lungo termine. Con la crescente militarizzazione della politica europea e l’inasprimento delle politiche energetiche negli Stati Uniti, la domanda che resta è se ci sia ancora spazio per una vera transizione verso un’economia verde e sostenibile, o se stiamo semplicemente assistendo a un ritorno a pratiche ormai obsolete.






