Roma, 7 novembre 2025 – In risposta alle recenti polemiche riguardanti i compensi dei vertici del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), l’istituzione ha diffuso una nota chiarificatrice in cui sottolinea che l’adeguamento delle indennità non rappresenta una decisione autonoma, ma un mero adempimento della sentenza della Corte Costituzionale n. 135 del 9 luglio 2025.
Il CNEL e l’adeguamento dei compensi: un obbligo costituzionale
Secondo quanto riferito dal CNEL, l’adeguamento delle retribuzioni a partire dal 1° agosto 2025 ha riguardato il ripristino del tetto retributivo di 311.658,53 euro, previsto dalla normativa dichiarata incostituzionale ma ora reintegrato in seguito al pronunciamento della Corte Costituzionale. L’organo, istituito nel 1958 e con sede a Villa Lubin a Roma, evidenzia che tale misura è immediatamente esecutiva e vincolante per tutti gli organi costituzionali e di rilievo costituzionale, tra cui Presidenza della Repubblica, Parlamento, Governo, Corte Costituzionale, Corte dei Conti, Consiglio di Stato e altre Autorità.
La nota del CNEL si pone in netto contrasto con alcune notizie apparse su testate giornalistiche, tra cui il quotidiano “Il Domani”, che avevano parlato di un aumento dei compensi dei vertici dell’ente per circa 1,5 milioni di euro. Il CNEL definisce tali affermazioni come “serie di errori” che distorcono la realtà, ribadendo la regolarità e la legittimità dell’operato.
Competenze e ruolo istituzionale del CNEL
Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è un organo di rilievo costituzionale con funzione consultiva nei confronti del Governo, delle Camere e delle Regioni. Presieduto da Renato Brunetta, il CNEL è composto da 64 consiglieri e svolge attività di studio, pareri e proposte legislative nelle materie economiche e sociali. Tra le sue competenze rientrano la valutazione delle politiche pubbliche, la gestione dell’Archivio nazionale dei contratti collettivi di lavoro e la promozione di consultazioni pubbliche.
La regolamentazione delle indennità viene pertanto applicata nel rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale e delle normative vigenti, senza margini di discrezionalità autonoma da parte dell’ente.
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