Milano, 4 ottobre 2025 – A 27 anni, Leonardo Saggiorato decide di fare un passo che pochi – soprattutto nel suo ambiente – avrebbero osato: lasciare Fratelli d’Italia, dicendo di non poter più tollerare il silenzio sul dramma palestinese che, a suo dire, il partito e il Governo avrebbero scelto di ignorare.
Chi è Leonardo Saggiorato
Già da giovanissimo si è avvicinato alla politica: aderisce a FdI quando ne aveva 19 anni, muovendo i primi passi nella galassia giovanile del partito. Nel corso degli anni assume ruoli sempre più rilevanti: ultimo in ordine di tempo, quello di vicesegretario provinciale di Gioventù Nazionale ad Alessandria. Parallelamente, a livello locale, ricopre incarichi amministrativi: è assessore nella città di Oviglio (Alessandria). Dalla sua intervista rilasciata nei giorni scorsi a Newzgen (LEGGILA QUI) emergono alcuni tratti distintivi del suo profilo politico e personale.
Saggiorato afferma di aver sempre mantenuto posizioni chiare riguardo alla Palestina, anche quando ciò lo poneva in contrasto con la linea del partito. Nel suo racconto, è proprio l’assenza di dibattito e il rifiuto di affrontare apertamente la questione a spingerlo ad abbandonare incarichi e tessera. Fin da giovanissimo ha vissuto la politica come impegno, non come semplice adesione passiva. In questo senso, afferma di aver maturato un percorso di riflessione che gli ha permesso di mettere in discussione non solo alcune scelte, ma l’identità stessa del partito nel presente.

Se da un lato rigetta con forza le azioni terroristiche (incluse quelle di Hamas), dall’altro insiste nel ricordare che non si può ignorare il massacro e le sofferenze subite dalla popolazione palestinese prima e dopo il 7 ottobre. Lui stesso lo definisce un “genocidio”, termine finora mai utilizzato da Meloni.
Dallo stesso Saggiorato arrivano segnali di pluralismo nelle sue scelte future: non esclude un avvicinamento a soggetti come Azione o Forza Italia, definendosi per il momento “al centro”. Saggiorato si presenta quindi come un giovane militante che, per idealismo e sensibilità, ha scelto di forzare la rottura con il proprio partito anziché restare in silenzio di fronte a ciò che considera una cecità morale.
Potenziale effetto domino dentro Fratelli d’Italia: può nascere una crepa interna?
La decisione pubblica di Saggiorato, accompagnata da dure critiche alle scelte e alle omissioni del Governo Meloni sulla questione palestinese e sulla Flotilla, solleva una domanda cruciale: può questo gesto far scattare una reazione a catena all’interno di Fratelli d’Italia?
È evidente che il suo atto ha una valenza simbolica: non si tratta soltanto di una dissidenza personale, ma di una dichiarazione di coscienza che potrebbe offrire coraggio a chi, dentro al partito, ha vissuto (o vive) tensioni silenziose. Saggiorato stesso afferma che “qualche altro giovane c’è, ma non ha il coraggio di dirlo”.
Non è da escludere che, davanti a tensioni crescenti o a momenti chiave, l’espressione di dissenso individuale – come quella di Saggiorato – possa diventare spunto per interrogarsi dentro il partito. Se altri militanti maturassero la convinzione che il silenzio fosse inaccettabile, potrebbe crearsi un “punto di non ritorno” interno.
La mossa di Saggiorato non garantisce di per sé una spaccatura, ma può essere considerata come un seme, un monito: chi, dentro FdI, ha sensazioni simili ora ha un riferimento. A questo punto, il vero quesito è se qualcun altro avrà il coraggio – e la visibilità – per seguirne la scia, scuotendo il dibattito interno al partito di Meloni.






