Nel corso del Forum delle relazioni industriali 2025 tenutosi oggi in Assolombarda, il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha ribadito con fermezza la sua posizione in merito alle accuse mosse dal governo e in particolare dal vicepremier Antonio Tajani, che lo avevano sospettato di avere mire politiche. Landini ha chiarito: “Non ho mire politiche. Quello che oggi è al governo è lui, io non ho particolari mire”, sottolineando che sono ormai quindici anni che gli si attribuisce questo intento, senza che egli abbia mai abbandonato il suo ruolo sindacale.
Landini: “Non vogliono lo sciopero? Cambino la legge”
Intervenendo a margine dell’assemblea, Landini ha ribadito con forza che lo sciopero è uno strumento necessario per spingere il governo a rivedere una manovra che penalizza ancora una volta i lavoratori dipendenti e i pensionati. “Gli scioperi si fanno per cambiare la legge di Bilancio – ha detto – e come è noto, quando uno decide di scioperare rinuncia al proprio stipendio. Non conta la giornata in cui si sciopera, ma il peso in cui lo si fa”. Il segretario della Cgil ha quindi invitato l’esecutivo a “riaprire una trattativa vera con i sindacati e a cambiare una legge di bilancio sbagliata”.
Tra le richieste avanzate dal sindacato vi sono la rivalutazione automatica delle detrazioni fiscali, la riduzione della tassazione sul lavoro dipendente e sui pensionati e un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie e immobiliari. Landini ha inoltre proposto un contributo di solidarietà dell’1% per circa 500.000 persone con patrimoni superiori ai 2 milioni di euro, per reperire risorse da destinare alla sanità, all’istruzione e all’aumento degli stipendi.
Il leader della Cgil ha puntato il dito contro la mancanza di risposte concrete da parte del governo, che continua a ignorare le richieste di cambiamento. “Se vogliono che lo sciopero non ci sia, hanno uno strumento preciso: cambino la legge”, ha ribadito, rispondendo anche alle polemiche sull’individuazione del 12 dicembre, giorno di venerdì, per lo sciopero. “Se vogliono che non ci sia sciopero, cambino la manovra”, ha replicato ironicamente Landini alle critiche, anche dalla premier Giorgia Meloni e dal vicepremier Matteo Salvini, che hanno suggerito di spostare la data della protesta per evitare il cosiddetto “weekend lungo”.
Le parole a margine sull’economia e i lavoratori
In risposta alle dichiarazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che aveva parlato di un governo “massacrato” sul tema del taglio dell’Irpef previsto nella manovra, Landini ha replicato duramente: “Nessuno vuole massacrare Giorgetti. Quelli che oggi sono massacrati sono gli italiani, sono i lavoratori dipendenti, sono i giovani, sono i precari, sono le donne”. Secondo il segretario della Cgil, la vera vittima della crisi economica è il mondo del lavoro, che sta pagando il prezzo più alto in termini di dignità e condizioni sociali.
Maurizio Landini, classe 1961, segretario generale della Cgil dal 2019, continua dunque a mantenere un profilo sindacale e di difesa dei lavoratori, respingendo con forza le accuse di politicizzazione e rilanciando la necessità di modificare la Legge di Bilancio.
