Roma, 20 novembre 2025 – Nel cuore delle polemiche politiche che continuano a scuotere il panorama istituzionale italiano, torna al centro dell’attenzione Francesco Saverio Garofani, consigliere del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per gli affari del Consiglio Supremo di Difesa. La sua figura, già sotto i riflettori per alcune dichiarazioni riportate da “La Verità” e le critiche di Fratelli d’Italia, continua a essere oggetto di dibattito, anche per il suo passato politico e il ruolo attuale nelle istituzioni. A difenderlo ci pensa Luca Di Bartolomei, figlio di Agostino, leggenda della Roma.
Le recenti critiche e la posizione di Garofani
L’attenzione mediatica su Garofani si è intensificata dopo le accuse mosse da Fratelli d’Italia e da alcune testate giornalistiche, che lo hanno indicato come artefice di un ipotetico piano volto a ostacolare l’azione del governo guidato da Giorgia Meloni. Secondo quanto riportato, durante una cena organizzata da Luca Di Bartolomei, ex iscritto al Pd e consulente di sicurezza informatica, Garofani avrebbe auspicato un “provvidenziale scossone” per fermare la premier.
Il consigliere del Quirinale ha respinto con fermezza tali insinuazioni, dichiarandosi «molto amareggiato» per l’uso strumentale delle sue parole e sottolineando il suo «assoluto rispetto per le istituzioni» e la lealtà nei confronti del Presidente della Repubblica. Mattarella lo avrebbe rassicurato personalmente, invitandolo a non lasciarsi abbattere da queste polemiche. Garofani ha inoltre ribadito di non essere più iscritto a nessun partito politico dal 2018 e di aver sempre agito con prudenza e riservatezza, evitando protagonismi.
Le parole di Luca Di Bartolomei
“Eravamo in sedici, tutti tifosi della Roma, tutti invitati da me al ristorante Terrazza Borromini il 13 novembre“, racconta Di Bartolomei. “La serata era legata alla fondazione che porta il nome di mio padre: prima un incontro pubblico al Tempio di Adriano, poi una cena per raccogliere fondi per ragazzi in difficoltà. Abbiamo brindato, cantato ‘Grazie Roma’. Fine della storia”.
“Ho letto e sono rimasto allibito. Francesco è stato l’ultimo ad arrivare e il primo ad andarsene. Ha parlato pochissimo, con la sua solita misura. Metto le mani sul fuoco: quelle frasi non le ha mai pronunciate. Chi le ha riportate ha cucito brandelli di discorsi di persone diverse, magari dopo il terzo giro di vino“. Di Bartolomei chiarisce di essersi allontanato dalla politica: “Non faccio più politica attiva. Organizzo cene per ricordare mio padre e aiutare chi ha bisogno. Se questo dà fastidio a qualcuno, pazienza“. “Mi dispiace per Francesco“, conclude Di Bartolomei. “È una persona perbene, un servitore dello Stato. E mi dispiace per la memoria di mio padre: una serata in suo nome è diventata benzina per polemiche. La prossima volta metto un cartello: “Vietato parlare di politica, pena espulsione dal tifo romanista a vita””.






