Roma, 6 agosto 2025 – La Procura di Roma risponde alle accuse di ritardo nell’invio degli atti relativi al caso Almasri, sottolineando che tutta la documentazione è stata trasmessa alla Camera entro 24 ore dal loro arrivo in Procura. Il Procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, ha precisato che gli atti sono pervenuti il 4 agosto e che il loro invio è avvenuto il giorno successivo, il 5 agosto, smentendo così chi aveva affermato che fossero stati ricevuti il 1° agosto.
La Procura di Roma: “Atti inviati in 24 ore”
“C’è qualcuno che sostiene che ho inviato in ritardo gli atti del tribunale dei ministri sul caso Almasri alla Camera, affermando che li avrei ricevuti l’1 agosto. A parte che gli atti andavano letti, rimessi in ordine e corredati da provvedimenti necessari per eseguire le decisioni del Tribunale dei ministri e interamente fotocopiati, il tempo impiegato è stato minimo: dal 4 al 5 agosto. Se 24 ore vi sembrano troppe…”, ha dichiarato Lo Voi, aggiungendo con una punta di sarcasmo: “Chi ha detto che gli atti sono pervenuti in Procura l’1 agosto? Ci sono forse informazioni riservate che non conosco?”.
Il caso Almasri riguarda l’ex generale libico Usāma al-Maṣrī Nağīm, accusato di crimini contro l’umanità e crimini di guerra dalla Corte Penale Internazionale (CPI). Arrestato in Italia lo scorso gennaio 2025, l’ex militare è stato poi rilasciato per vizi procedurali e rimpatriato in Libia, scatenando una serie di indagini e polemiche politiche.
Reazioni politiche e legali sul caso
Sul fronte politico, il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha definito la situazione “ancora da decifrare” e ha elogiato il “grande senso di responsabilità” della premier Giorgia Meloni, che ha rilasciato dichiarazioni importanti sull’intera vicenda.
Dal punto di vista legale, l’avvocata Angela Maria Bitonti, rappresentante di una vittima delle torture del generale libico, ha annunciato l’intenzione di presentare un esposto contro l’archiviazione della premier Meloni, indagata insieme ad altri esponenti del governo per favoreggiamento e peculato. Bitonti contesta la decisione che considera la sua assistita una vittima indiretta, sostenendo invece che si tratti di una vittima diretta, poiché il rilascio e il mancato invio di Almasri alla CPI hanno impedito il processo e quindi la giustizia per le vittime.
Nel frattempo, la vicenda continua a essere seguita con attenzione anche dalla Corte Penale Internazionale, che ha aperto un’indagine formale sull’Italia per l’inadempienza nell’arresto e nella consegna di Almasri alle autorità dell’Aia.
La memoria del governo e la difesa dello Stato
Nella memoria difensiva inviata lo scorso 30 luglio al Tribunale dei ministri, il governo ha richiamato l’articolo 25 del “Responsability of State for Internationally Wrongful Acts 2001” della International Law Commission delle Nazioni Unite. Secondo quanto scritto, la sussistenza dello stato di necessità legittima, sul piano del diritto interno, le condotte di tutti i rappresentanti del governo italiano coinvolti nel procedimento sul caso Almasri.
La norma citata fa riferimento al codice di diritto internazionale sulla responsabilità degli Stati per atti illegittimi, giustificando l’illiceità di una misura adottata per salvaguardare un interesse essenziale dello Stato da un pericolo grave e imminente. Questo passaggio è stato inserito negli atti inviati alla giunta per le autorizzazioni.






