Il tema del sovraffollamento delle carceri torna al centro dell’agenda del ministero della Giustizia con un impegno deciso da parte del ministro Carlo Nordio. Nel corso di un incontro tenutosi oggi a Roma con una delegazione del Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa, guidata dal presidente Alan Mitchell, il Guardasigilli ha ribadito la “precisa volontà” di accelerare il Piano di edilizia carceraria e di lavorare alla “graduale risoluzione del sovraffollamento negli istituti di pena”.
Sovraffollamento e riduzione della popolazione nelle carceri
Durante il colloquio, Carlo Nordio ha evidenziato come la strategia del ministero punti non solo alla costruzione di nuove strutture, ma anche a una “progressiva diminuzione dei detenuti in attesa di primo giudizio, di quelli stranieri e di quelli tossicodipendenti che sono più malati da curare che criminali da punire”. La necessità di “adeguare la capienza delle carceri al numero di persone che devono scontare una pena”, ha sottolineato il ministro, si accompagna a misure legislative e operative mirate a ridurre l’affollamento, con l’obiettivo di diminuire la popolazione carceraria fino a 15-20 mila unità in meno.
Il presidente del Comitato Alan Mitchell ha riconosciuto l’impegno italiano, affermando: “Mi hanno molto colpito le soluzioni prospettate dal ministro per risolvere il problema del sovraffollamento, dato che molte volte la costruzione di nuovi edifici non è la soluzione del problema”. Il confronto ha toccato anche le criticità più gravi evidenziate nel 31° Rapporto del Cpt, come l’aumento dei suicidi, le scarse attività lavorative e le condizioni sanitarie negli istituti.
Prevenzione dei suicidi e miglioramento delle condizioni di detenzione
Sul fronte dei suicidi, che rappresentano un’emergenza drammatica per il sistema penitenziario, Nordio ha illustrato l’intensificazione degli interventi: “Abbiamo triplicato le risorse destinate alla prevenzione, passando da 4,5 a 14,5 milioni di euro per il coinvolgimento di esperti psicologi”. Il ministro ha inoltre evidenziato la collaborazione interministeriale con il Ministero del Lavoro, della Salute, e con associazioni di volontariato per sviluppare progetti di integrazione socio-culturale e supporto psicologico, soprattutto per i detenuti più vulnerabili come i tossicodipendenti e i giovani.
Inoltre, è stata sottolineata l’importanza del lavoro e dello sport come strumenti di recupero, citando il successo del progetto “Recidiva Zero” che ha dimostrato come l’occupazione durante la detenzione possa ridurre il rischio di recidiva. Parallelamente, il ministero ha intrapreso un piano di assunzioni per rafforzare il personale della Polizia Penitenziaria, con oltre 2.500 agenti attualmente in corso di inserimento, a fronte di 3.800 già assunti dall’ottobre 2022.
Il dialogo con il Comitato del Consiglio d’Europa ha rappresentato un momento di verifica delle iniziative in corso e delle prospettive future, confermando la volontà del governo di affrontare con determinazione le sfide del sistema carcerario italiano.






