Roma, 20 novembre 2025 – Il dibattito sul futuro del canone Rai si infiamma nuovamente in Parlamento, dividendo la Lega e Forza Italia, e tra i giornalisti. Unirai, il sindacato dei liberi giornalisti Rai affiliato a Figec-Cisal, esprime forte preoccupazione riguardo alle ipotesi di riduzione del canone, giudicate pericolose per la stabilità finanziaria dell’azienda in un momento di crescenti obblighi normativi e di investimenti richiesti dal Contratto di Servizio 2023-2028 e dal Media Freedom Act.
Unirai: “Le risorse Rai vanno garantite, non tagliate”
Secondo Unirai, una diminuzione del canone Rai metterebbe a rischio la capacità della Rai di assicurare pluralismo, produzione culturale e informazione di qualità, elementi fondamentali sanciti dalla normativa vigente. Il sindacato sottolinea che una copertura tramite fiscalità generale rappresenterebbe una soluzione temporanea e instabile, soggetta a variabilità politica, incompatibile con una programmazione industriale solida.
Unirai chiede un confronto serio e non ideologico, focalizzato sulla tutela del servizio pubblico e dei cittadini, e sollecita una riforma moderna e strutturale del canone, come già richiesto durante l’audizione al Senato dello scorso primo luglio.
Inoltre, il sindacato denuncia la disparità di trattamento che ancora oggi penalizza i giornalisti impegnati nei programmi di informazione, e annuncia lo sciopero nazionale previsto per il 28 novembre in risposta al blocco del rinnovo contrattuale da undici anni.
La politica si divide sul taglio del canone Rai
Il tema del canone Rai divide anche le forze politiche. Il senatore della Lega, Giorgio Maria Bergesio, primo firmatario di un emendamento alla manovra che propone di ridurre il canone da 90 a 70 euro a partire dal 2026, difende la proposta definendola di buon senso e a tutela degli utenti. Bergesio, esponente di rilievo della Lega e membro della Commissione di Vigilanza Rai, si dice dispiaciuto per l’avversione suscitata dall’emendamento, sottolineando come anche Forza Italia in passato fosse favorevole a misure di alleggerimento fiscale per i cittadini.
Dall’altro lato, il capogruppo dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, boccia la proposta di taglio, sostenendo che mantenere l’attuale ammontare del canone Rai è necessario per garantire un equilibrio di mercato e la certezza delle risorse per il servizio pubblico, come previsto dall’European Media Freedom Act. Gasparri ricorda inoltre che in passato la riduzione del canone è stata compensata con risorse pubbliche, configurando una partita di giro poco efficace.
Potrebbe interessarti anche questo articolo: Canone Rai e legge 104: ecco chi non deve pagare e chi invece rischia la stangata






