Reporters sans frontières segnala un grave deterioramento della libertà di stampa in Italia. Il vice capo delegazione, Gaetano Pedullà, attribuisce la responsabilità al governo di Giorgia Meloni
Il recente intervento di Gaetano Pedullà, vice capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, ha sollevato un allarme serio riguardo alla libertà di stampa in Italia. Secondo il rapporto di Reporters sans frontières, il nostro Paese è scivolato al 49esimo posto nella classifica mondiale, segnando un minimo storico che non può essere ignorato. Pedullà ha messo in evidenza come questo deterioramento non sia casuale, ma piuttosto il risultato di politiche governative che hanno compromesso l’autonomia dei media e la loro capacità di operare senza pressioni.
Politiche governative e libertà di stampa
Il governo di Giorgia Meloni è stato accusato da Pedullà di essere il principale responsabile di questo declino. Durante un’audizione programmata per il 14 maggio, il Parlamento europeo discuterà dell’attacco alla libertà di stampa e della situazione del diritto in Italia, con la presenza dei ministri Nordio e Piantedosi. Questa audizione rappresenta un’opportunità cruciale per affrontare le problematiche legate alla libertà di espressione.
Controllo dei media e intimidazione
Pedullà ha evidenziato il controllo sulla televisione pubblica, che è stato oggetto di un’occupazione da parte dell’esecutivo. Inoltre, il clima di intimidazione nei confronti dei giornalisti, accentuato dall’uso crescente di querele temerarie, contribuisce a creare un ambiente ostile per l’informazione. Questi fattori non solo minano la libertà di stampa, ma mettono anche a rischio il diritto fondamentale di esprimere opinioni critiche.






