Prosegue la polemica tra il governo ungherese e il quotidiano Repubblica in seguito alla pubblicazione dell’intervista al primo ministro Viktor Orbán. La tensione si accende dopo le accuse di Budapest di una presunta distorsione delle dichiarazioni del premier sulle sanzioni Usa contro la Russia.
L’attacco del governo ungherese a Repubblica sull’intervista a Orbán
Da Bruxelles arriva la dura critica di Balazs Orbán, consigliere politico del premier ungherese, che definisce l’intervista rilasciata a Repubblica una manipolazione politica. Secondo il consigliere, il giornale avrebbe attribuito al leader ungherese parole mai pronunciate, trasformando persino una domanda in una falsa citazione. Orbán jr. denuncia su X come i media liberali distorcano i fatti per indebolire i leader che appoggiano la pace, screditando così l’Ungheria, definita dal consigliere “una nazione che si batte costantemente per la pace, la stabilità e l’interesse nazionale”.
In particolare, il governo contesta la rappresentazione delle parole del premier riguardo alle sanzioni Usa sul petrolio russo, accusando Repubblica di aver falsamente suggerito che Orbán le abbia definite “un errore” e che avrebbe cercato di farle revocare. “Nulla di tutto ciò è mai stato detto”, afferma la nota ufficiale del governo ungherese, sottolineando che questa non è informazione, ma manipolazione politica.
La replica di Repubblica
La direzione di Repubblica risponde con una nota in cui rifiuta di prendere lezioni di giornalismo dal consigliere politico di Orbán. Il quotidiano ribadisce che le immagini e le dichiarazioni video del premier confermano quanto pubblicato sia sul sito che nell’edizione cartacea. La replica sottolinea la correttezza del lavoro giornalistico svolto, respingendo le accuse di distorsione.
Il clima di tensione si inserisce in un contesto politico delicato, con Orbán che si appresta a una visita a Washington per rappresentare l’impegno dell’Ungheria nel porre fine alla guerra in Ucraina il prima possibile. Il confronto tra stampa e governo ungherese riflette le fratture più ampie che caratterizzano oggi il dibattito internazionale sulla gestione del conflitto e sulle sanzioni economiche.
L’intervista e le reazioni ad essa rappresentano un ulteriore capitolo nelle relazioni complesse tra i media occidentali e il governo di Budapest, segnato da numerosi episodi di scontro sul piano dell’informazione e della politica estera.






