Boschi evidenzia divisioni nel centrodestra sullo ius scholae e critica la coerenza di Forza Italia, mentre il governo vara strette sulla cittadinanza tra tensioni europee.
Milano, 10 luglio 2025 – Si infiamma il dibattito politico sul tema dello ius scholae e della cittadinanza, con un duro commento di Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva alla Camera dei deputati, che ha risposto alle dichiarazioni di Piersilvio Berlusconi e alle posizioni di Forza Italia sull’argomento. La vicenda si inserisce in un contesto di riforma della cittadinanza italiana e di tensioni interne nel centrodestra.
Boschi attacca Forza Italia: “Si mettono in difficoltà da soli”
Maria Elena Boschi, intervenuta a margine dell’evento “Dare valore al lavoro” a Milano, ha criticato apertamente Forza Italia e in particolare il segretario Antonio Tajani, che ha più volte rilanciato la proposta dello ius scholae o ius culturae durante le estati, salvo poi metterla da parte con la ripresa dell’anno scolastico. Boschi ha ricordato come, in passato, quando Italia Viva ha presentato emendamenti che riproponevano la proposta di Forza Italia, questi siano stati respinti dal partito di Berlusconi.
“Non mi aspetto qualcosa di diverso adesso”, ha detto Boschi, riferendosi anche a una recente presa di posizione di Piersilvio Berlusconi, che si è detto più contro che a favore dello ius scholae proposto dal ministro Tajani. La capogruppo di Italia Viva ha sottolineato come lo stesso Tajani abbia definito la questione una priorità ormai superata, anticipando il ritiro della proposta prima di Ferragosto.
Le tensioni sul piano europeo e le nuove riforme sulla cittadinanza
Sul fronte europeo, Boschi ha evidenziato le divergenze tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia: “In Italia riescono a mascherarle non facendo niente, ma in Europa quel bluff non può funzionare”.
Nello stesso tempo, il governo italiano sta portando avanti una significativa riforma della normativa sulla cittadinanza, con un pacchetto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri che punta a rafforzare i legami reali tra l’Italia e i suoi cittadini all’estero, evitando abusi e la commercializzazione dei passaporti italiani. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e segretario nazionale di Forza Italia, ha confermato che lo ius sanguinis rimarrà il principio base, con precise limitazioni per tutelare l’autenticità del legame con il Paese.
La riforma prevede che la cittadinanza italiana per i discendenti nati all’estero venga riconosciuta automaticamente solo fino a due generazioni, cioè a chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia. Inoltre, sarà richiesto un legame effettivo con l’Italia, dimostrato dall’esercizio dei diritti e doveri di cittadinanza almeno una volta ogni venticinque anni. Le procedure di riconoscimento saranno centralizzate presso un ufficio dedicato del Ministero degli Esteri, mentre i consolati si concentreranno sui servizi ai cittadini già riconosciuti.
Queste misure si collocano in un quadro di crescente interesse per la cittadinanza italiana tra le comunità all’estero, con un aumento del 40% dei cittadini residenti fuori dai confini nazionali negli ultimi dieci anni e un numero elevato di richieste di riconoscimento in Paesi come Argentina, Brasile e Venezuela.
Il dibattito politico interno sulla proposta di ius scholae e la riforma della cittadinanza rimane quindi acceso, con posizioni divergenti tra i partiti del centrodestra e la disponibilità di Italia Viva a collaborare su proposte concrete, purché accompagnate da un reale impegno politico.
Fonte: Riccardo Sciannimanico - Ius scholae, Boschi (Iv): "Piersilvio Berlusconi? FI si mette in difficoltà da solo"





