Roma, 1 agosto 2025 – La Corte di giustizia europea ha stabilito che la sicurezza di un Paese va valutata in base alla tutela garantita a tutti i gruppi che lo compongono, comprese minoranze etniche, religiose, politiche e legate all’identità di genere. Una decisione che, secondo Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, smentisce apertamente la legittimità dell’elenco dei “Paesi sicuri” stilato dal governo Meloni.
Il giudizio della Corte e le implicazioni sul protocollo Albania
Boldrini ha sottolineato come l’ordinamento giuridico europeo prevalga su quello nazionale, evidenziando che la normativa italiana non può ignorare le sentenze delle istituzioni comunitarie, indipendentemente dalle opinioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Proprio dalla contestata lista dei “Paesi sicuri” nasce il protocollo d’intesa con l’Albania, che ha portato alla costruzione di due centri per la gestione dei migranti a Gjader e Shengjin.
Boldrini parla dei costi elevati dei centri in Albania
Secondo Boldrini, i centri realizzati in territorio albanese comportano una spesa giornaliera per lo Stato italiano di circa 114mila euro, a fronte della detenzione di un numero estremamente ridotto di migranti. Oltre all’impatto economico, la deputata denuncia gravi violazioni dei diritti umani, che renderebbero questi centri incompatibili con i principi di dignità e legalità. A tutto ciò si aggiunge il fatto che i flussi migratori non sono affatto diminuiti: nei primi sei mesi del 2025 gli sbarchi sono aumentati del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, smentendo le narrazioni diffuse dal governo.
Un attacco frontale alla gestione Meloni
“Un fallimento su tutta la linea”, ha affermato Boldrini, riferendosi al piano del governo sotto ogni profilo: legale, economico, umano e politico. Secondo la parlamentare del PD, il protocollo Albania rappresenta una scelta sbagliata e inefficace, che ha generato un dispendio inutile di risorse pubbliche senza portare benefici concreti. “Una premier con un minimo di coscienza dovrebbe riconoscere l’errore e chiedere scusa agli italiani e alle italiane”, ha concluso, accusando il governo di aver ingannato l’opinione pubblica e di aver costruito una narrazione propagandistica priva di fondamento.
Per approfondire: La Corte Ue boccia il modello dei centri per migranti in Albania del governo Meloni






