Roma, 7 novembre 2025 – Nuovo scontro politico in Parlamento e nell’opinione pubblica dopo l’annuncio dell’aumento dello stipendio di Renato Brunetta, presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL), che passerà da 250mila a 310mila euro annui. La decisione, riportata da diverse testate tra cui Domani, ha suscitato forti critiche da parte delle principali forze di opposizione.
Polemiche per l’aumento stipendiale di Brunetta al CNEL
Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha commentato duramente la decisione: “Il CNEL ha deliberato un aumento complessivo di 1,5 milioni di euro per i vertici e 200mila euro per il personale, mentre la premier Giorgia Meloni non trova risorse per aumentare gli stipendi al ceto medio”. Renzi ha definito la scelta come un chiaro esempio di “poltronificio” a spese dei contribuenti.
Anche Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS) ha definito la mossa “incredibile e indecente”, sottolineando che Brunetta, noto per la sua contrarietà al salario minimo di 9 euro lordi l’ora, si è consentito un aumento significativo di stipendio proprio nel momento in cui milioni di lavoratori italiani si trovano in condizioni di difficoltà economica.
Dario Carotenuto, capogruppo del Movimento 5 Stelle (M5S) in Commissione Lavoro alla Camera, ha annunciato l’intenzione di presentare un’interrogazione parlamentare rivolta a Palazzo Chigi e al Ministero dell’Economia: “Con sei milioni di lavoratori che guadagnano meno di mille euro al mese e un record storico di povertà assoluta, è indecente che il CNEL incrementi le retribuzioni dei suoi vertici”.
Reazioni politiche e sociali
L’aumento degli stipendi al CNEL, avvenuto in un contesto economico segnato da inflazione e difficoltà per le famiglie italiane, ha scatenato un acceso dibattito politico. L’opposizione accusa il governo di incoerenza, mentre la maggioranza tace o minimizza, alimentando ulteriori tensioni.
La questione si inserisce nel più ampio dibattito sulla spesa pubblica, il ruolo degli enti come il CNEL e la necessità di garantire equità salariale rispetto alla condizione economica di milioni di cittadini e lavoratori italiani. L’interrogazione parlamentare annunciata dal M5S è attesa per mettere ufficialmente al centro dell’attenzione la questione e sollecitare una risposta da parte dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.






